Una grande tenda dove sostare in silenzio per ascoltare la voce dell’anima sui conflitti del mondo e su quelli della città. Una tenda dove confrontarsi, alla luce di diverse tradizioni di pensiero e di fede, sui temi della pace e dell’ospitalità, temi che, declinati nella piccola scala della metropoli, sono quelli dell’accoglienza del "diverso", a partire dai Rom.
Per iniziativa della comunità francescana di piazza Sant’Angelo, Milano da venerdì sarà per un mese la capitale del dialogo interreligioso e del confronto di idee fra laici e credenti. Sarà un mese di preghiera, certo, quello che prenderà inizio venerdì alle 16 alle Colonne di San Lorenzo.
Ma sarà anche un mese di dibattito franco e diretto, fra laici, uomini di chiesa e operatori nel sociale. Con momenti di festa, con un grande concerto etnico e con un "cammino ecumenico" che nelle giornate del 9, del 16 e del 23 ottobre permetterà a chi lo desidera di conoscere i luoghi dove si trovano per pregare i cristiani, gli ebrei, i musulmani milanesi.
Il 28 ottobre, la giornata conclusiva, all’Angelicum, con una tavola rotonda fra i leader delle fedi a Milano - gli islamici accanto ai rabbini, i monaci buddisti accanto ai monsignori della Curia - un coro e una preghiera comune "nello spirito di Assisi", come insegnò papa Wojtyla nell´86.
A lavorare al programma è padre Cesare Azimonti, responsabile da trent’anni del convento francescano di piazza Sant’Angelo dove fino a poche settimane fa c’era anche una delle mense dei poveri più frequentate di Milano. È stato Azimonti a coinvolgere tutti i soggetti della Milano che crede, dal "Forum delle religioni" – l’associazione all’interno della quale si confrontano cristiani, ebrei, musulmani e buddisti - alla Comunità Sant’Egidio, dalla Casa della carità di don Virginio Colmegna al Servizio per l’ecumenismo della Curia.
La prima volta che la tenda del silenzio venne montata alle Colonne di San Lorenzo era il 2002, nell’anniversario dell´11 settembre e il clima era quello teso e sfiduciato di quando si presagisce la guerra imminente. «Cinque anni dopo, il discorso sulla pace nel mondo si allarga alle emergenze cittadine, al tema dell’accoglienza, la sfida aperta per Milano: vogliamo che la nostra tenda diventi uno spazio anche civico di riflessione per capire dove sta andando questa città», spiega Azimonti, che ha voluto fra i promotori del mese di iniziative don Colmegna, proprio perché spiegasse gli ultimi sgomberi dei campi nomadi, lo sciopero della fame, la trattativa con le istituzioni.
«Quello dell’ospitalità nella realtà cittadina è la modalità concreta per operare la pace. Si comincia dal silenzio, lo strumento che nel linguaggio universale consente di riflettere», spiega don Gianfranco Bottoni, responsabile dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso per la Curia.
Nessun commento:
Posta un commento