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"Ci siamo dati l’obiettivo - puntualizza l´assessore ai servizi sociali Roberta Papi - di rispondere a tre quesiti: quanti, chi e dove sono. È evidente che, fino a quando si continuerà a parlare a vanvera di un fenomeno di cui non si conoscono le reali dimensioni, ogni possibile soluzione al problema sarà assolutamente teorica".
"Martedì prossimo si riunirà la Commissione per la sicurezza - conferma il responsabile comunale dei problremi della casa, Bruno Pasrtorino - Il Comune vuole arrivare con una strategia precisa e solo conoscendo le reali dimensioni del fenomeno è possibile dotarsi di una concreta possibilità d´intervento".
Così, nelle scorse settimane, i Vigili urbani, i tecnici dell’ufficio immigrazione, la struttura dei servizi sociali hanno costituito una task-force che aveva come compito principale il censimento dei nomadi in città: si era parlato di cinquemila persone, probabilmente non si arriva a quota mille.
La novità maggiore, quella che probabilmente richiederà le discussioni più approfondite, è il "divieto di campeggio". Ne aveva già parlato, prima che iniziasse la lunga "stagione Pericu", l’allora sindaco Adriano Sansa, ma la normativa generale era diversa e non se ne fece niente: adesso la strada intrapresa è quella di una norma generale anti-campeggiatori che fornisca ai Vigili urbani un’arma da poter utilizzare automaticamente.
"Esattamente come i posteggi sulla corsia degli autobus - semplificano a Tursi - Non si può posteggiare in quella determinata corsia e quindi il vigili ti manda via o ti eleva automaticamente contravvenzione. Se si vedrà che l’ordinanza anti-campeggiatori è possibile, in presenza di un camper posteggiato in città, il vigile potrà intervenire e, se riterrà sia il caso, mandarlo via". E a Tursi si vogliono affidare anche al "passa-parola" tra i Rom e i Sinti: se Genova non è ritenuta "città ospitale" evidentemente la carovane tenderanno ad evitarla.
Ma è questo l’obiettivo finale? L´eterogeneità degli assessori (Pastorino è stato segretario di Rifondazione comunista, Morettini dell´Arci, la Papi viene dalla Cgil e Scidone dal Tribunale) spinge verso soluzioni meno drastiche, anche considerando i risultati del censimento che ha ridimensionato di molto i numeri sparati a gran voce nelle scorse settimane da alcuni esponenti delle forze politiche di opposizione.
Cinque sono le aree interessate da insediamenti di Rom e Sinti: secondo gli uffici comunale sono circa trecento i rumeni Rom che vivono in baracche in Valpolcevera. Sono circa altri trecento (e in questo caso si tratta di Sinti, quindi cittadini italiani) che vivono tra piazzale Marassi e la Fascia di rispetto. Infine sono più o meno altri trecento i nomadi che vivono tra i due campi di Bolzaneto e di Molassana: la capienza "legale" dovrebbe essere attorno alle cento unità per insediamento, gli uffici comunali definiscono "quasi accettabile" la situazione reale.
La situazione più "preoccupante" è quella relativa ai Rom rumeni: i servizi sociali hanno lavorato a fondo per capire, famiglia per famiglia, il tipo di documento che hanno, la nazionalità, l´appartenenza o meno alla Comunità europea. Appunto chi sono, quanti sono, dove sono.
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