Per alcuni è “Peppe Show”. Per altri un post-fascista, quello del “credere-obbedire-ballare”. Ma su certi argomenti il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, non ha alcuna voglia di scherzare. E, in tempi di strette di centrosinistra su mendicanti e lavavetri, avanza politiche e argomenti degni di un esponente “radical”.
“Invece di darci galloni da sceriffo, Roma ci deve dare le risorse e gli strumenti per incentivare lo sviluppo. Per cambiare veramente le cose bisogna dare lavoro ai disoccupati e tutelare le fasce deboli”. Non è tutto. Il primo cittadino preannuncia infatti “un nuovo accordo per realizzare iniziative tese all’integrazione delle famiglie nomadi sul territorio”.
Parole che non devono stupire. Scopelliti ha appena provveduto a stabilizzare la convenzione di una cooperativa di Rom che si occupa di riciclaggio dei rifiuti ingombranti. E promette altri posti di lavoro. “La cooperativa si chiama Rom 95 e ha cominciato a operare nel 2001, fornendo al comune servizi saltuari. Siamo riusciti a trasformarlo in un rapporto di lavoro continuativo. Ora intendiamo rafforzare con forme di lavoro temporaneo il coinvolgimento di giovani disoccupati Rom per dare sempre più forze a questo percorso di integrazione”.
Così, quattordici Rom per altrettante famiglie sono già da oggi in grado di vivere del proprio lavoro. “Dopo lo sgombero di 70 famiglie dalla cittadella del quartiere 208, i passi da fare sono ancora molti – ammette il sindaco -. Ma intanto a ognuna delle 58 famiglie regolari è stato dato un alloggio dignitoso e assistenza sociale quotidiana. Li chiamiamo nomadi, ma sono persone che vivono qui da vent’anni o più”.
Scopelliti non se la sente però di criticare le strette sulla sicurezza invocate da Sergio Cofferati e da Leonardo Domenici. “Questi argomenti – dice il sindaco di An – non sono di nessun colore politico. Oggi i sindaci di centrosinistra si rendono conto finalmente che la gente più di ogni altra cosa chiede sicurezza. I cittadini sono stufi di subite scippi, furti e continue vessazioni da parte di mendicanti e ambulanti. Come sindaci dobbiamo avere le risorse e gli strumenti giuridici per garantire sicurezza ai nostri cittadini”.
Tuttavia la “ricetta Scopelliti” non è uguale a quella dei sindaci di Firenze e Bologna. “Ai primi cittadini del Sud non servono solo galloni da sceriffo, ma anche e soprattutto nuove risorse per incentivare lo sviluppo. Solo se c’è crescita si possono sconfiggere le sacche di disagio che affliggono una comunità”. Prima di tutto, allora, serve un provvedimento da Roma che annulli “il gap che in questo Paese separa gli ultimi dai primi. Abbiamo bisogno di una legge nazionale. Quella di Domenici è una provocazione che ha un merito: ha scosso e ha fatto riflettere l’opinione pubblica sulle distanze che separano il Palazzo dalle reali esigenze degli amministratori locali”.
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