Ci eravamo abituati a quei fantastici ragazzini della Via Pal che, usciti dalla penna dello scrittore Ferenc Molnar, avevano conquistato le strade della vecchia Budapest con i loro giochi e le loro passioni.
Cambiano i tempi e i “ragazzi” di oggi - in un’Ungheria che ha messo in archivio l’esperienza del campo socialista - ricordano quell’ottobre del ’56. Ma alcuni di loro lasciano gli abiti borghesi e indossano l’uniforme nazista.
Avviene in pieno centro sotto gli occhi attoniti di una popolazione che ha sofferto deportazioni e umiliazioni nel periodo fascista di Szalasi e che ha ancora presenti negli occhi i carri bestiame che portavano via dal paese gli ebrei, sotto scorta nazista.
Nella grande via della capitale - quella che porta al Danubio e al ponte Elisabetta - arrivano gli esponenti di varie organizzazioni neonaziste. Sono un migliaio e fanno parte del movimento delle “Guardie frecciate”.
Le divise che indossano sono la copia esatta di quelle della milizia filonazista alleata alle SS tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale. E’ un fatto senza precedenti. Perché in Ungheria tutti erano convinti di aver superato il momento della contrapposizione.
Sconfitto il comunismo si pensava, infatti, all’arrivo di una moderna democrazia in chiave mitteleuropea. E invece non è così. Continua a leggere…
Naturalmente in Italia c'è chi inneggia.
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