“Siete con me in questo progetto di grande umanità che incontrerà sicuramente forti resistenze in città?” Questa la domanda, retorica nelle intenzioni, rivolta dal sindaco di Reggio Graziano Delrio ai colleghi della Margherita in relazione alla sua intenzione di chiudere i "campi nomadi" e realizzare le campine (micro aree) in città. Ma l'ars oratoria del primo cittadino non ha conquistato la platea, nemmeno quella amica, e la risposta è stata un secco “No”.
Tra fughe in avanti, regolarmente smentite, proposte alternative, tentativi di smorzare i toni, sondaggi popolari, malumori interni ed esterni, il piano Campine si è arenato. L'assessore Gina Pedroni ha dichiarato che per muovere il primo passo, ovvero pensare ad una campina sperimentale, occorre almeno un anno di tempo. Più o meno il tempo che è servito per installare i tre ponti di Calatrava...
Traducendo dal politichese, e visto che tra un anno mancheranno più o meno sei mesi alle elezioni amministrative del 2009, le campine (micro aree) rischiano di passare dall'agenda al libro dei sogni della giunta. Che, voti alla mano, dovrebbe essere abbastanza forte da prendere indecisioni impopolari.
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