Un incendio si è sviluppato sabato notte, a Torino, in un piccolo insediamento di Rom rumeni alla periferia settentrionale di Torino, nei pressi del torrente Stura. Sull'accaduto stanno indagando i carabinieri.
Le fiamme sono divampate in un accampamento non autorizzato che sorge vicino al “campo nomadi” considerato regolare. Il terreno in cui si trovava il presidio, occupato da una quindicina di persone, è privato.
Un uomo avrebbe appiccato il fuoco, gettando una bottiglia piena di benzina. Lo hanno riferito i Rom: «Urlava, sembrava pazzo», hanno detto. Il gesto sarebbe legato alle lamentele degli abitanti della zona per il fumo che si sollevava dal “campo” perchè i Rom bruciavano materiali in plastica. L' allarme è scattato alle 4.30. Venti le famiglie che vivevano nel “campo”, per un totale di 60 persone, tra cui 10 bambini. Nessuna si è ferita o è ricorsa a cure mediche.
Non trovano alcuna conferma in ambienti investigativi le accuse lanciate dai Rom sul piromane che avrebbe appiccato il fuoco al “campo”. Ai carabinieri non sono giunte descrizioni del personaggio e nessuno dei soccorritori (vigili del fuoco, vigili urbani, militari dell'Arma) è stato aggredito come invece ha sostenuto uno dei testimoni.
Per ora c'è la certezza che l'incendio sia di origine dolosa ma, quanto al resto, i dubbi sono molti. Il “campo”, non autorizzato, doveva essere sgomberato lunedì; tra le sessanta persone presenti, tutte completamente vestite, non vi è stato alcun ferito o contuso; a finire bruciati, tra l'altro, sono stati tutti i documenti.
Nelle vicinanze è presente un altro “campo nomadi”, i cui occupanti, però, nei giorni scorsi - secondo quanto risulta agli inquirenti - non avrebbero dato la loro disponibilità ad accogliere gli «abusivi», della cui sorte adesso dovrà occuparsi il Comune.
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