Ancora pochi giorni per visitare il Padiglione Rom, il primo presente alla 52. Esposizione Internazionale di Arte - La Biennale di Venezia, che chiuderà i battenti il prossimo 21 novembre. Ultimi eventi oggi e domani, non perderli.
"Paradise Lost" è il titolo del primo Padiglione Rom che, allestito presso Palazzo Pisani a Calle delle Erbe, è curato da Tímea Junghaus con il coordinamento di Arte Communications ed è organizzato da Rom Cultural Participation Project, Arts and Culture Network Program ed Open Society Institute–Budapest, con il contributo ed il sostegno di Fondazione culturale europea e Allianz Kulturstiftung. Illustre inoltre il comitato scientifico internazionale.
"Paradise Lost" è la prima mostra d’arte che, proponendo una selezione internazionale di artisti rom contemporanei, consente di apprezzare i talenti nel campo delle arti visive della più nutrita minoranza etnica europea.
Gli artisti abbracciano e trasformano, negano e scompongono, contrastano e analizzano, sfidano e sovrascrivono gli stereotipi correnti in uno slancio intellettuale fiducioso, reinventando la tradizione rom e i suoi elementi come cultura contemporanea.
I motivi archetipici conferiscono solidità all’impressione soggiacente, ma il risultato inaspettatamente suggerisce una nuova interpretazione creata dagli stessi artisti rom.
L’identità alternativa che deriva da tale visione sottolinea i punti di forza dei rom: capacità di fusione, senso del glamour, humour e ironia, adattabilità, mobilità e transnazionalità. La volontà di opporsi agli attuali stereotipi e travisamenti per negarli e promuovere il contrario crea una dicotomia irrisolvibile, che si incarna in un’arte inevitabilmente pregna di dolente bellezza, paranoia, schizofrenia e sindromi post-traumatiche. Se la terra incognita dei rom esotici è stata per l’Europa meta di evasione sin dal modernismo del XIX secolo, l’anelito di ricerca del paradiso ci ha forse abbandonati tutti?
Per Wim Wenders, regista di fama mondiale, il padiglione è un’opportunità per "correggere la nostra visione di una delle maggiori minoranze dell’Europa che continua a ricalcare le stereotipie di romanticismo zingaro e kitsch zingaro". Per tanti secoli gli artisti non rom ci fornirono un romantico quadro dei rom, inculcandoci l’immagine dei danzatori scalzi che spensierati e felici battevano e agitavano i loro tamburelli.
Intanto i maggiori arbitri culturali europei relegarono nell’ambito del kitsch le opere create dagli artisti rom. L’obiettivo principale che "Paradise Lost" si propone è di distruggere l’esotica immagine stereotipata degli "zingari" che prevalse in Europa dall’Ottocento in poi e di collocare gli artisti rom ad un livello di uguaglianza entro l’ambito del mondo internazionale dell’arte.
Tímea Junghaus, curatore della mostra, è convinto che "l’identità dei rom serva come modello per una moderna identità transnazionale europea, munita delle capacità di fusione e di adattamento alle nuove circostanze. Gli artisti invitati desiderano rappresentare sé stessi in questo modo e questo è il modo con cui vivono ed interpretano la propria identità".
Il Padiglione Rom, accanto ai padiglioni nazionali della Biennale, annuncia l’apparizione sulla scena internazionale della cultura rom contemporanea e annuncia un messaggio di gran rilievo: il ruolo dei rom, entro l’ambito del panorama culturale e politico dell’Europa è di massima e vitale importanza.
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