“Anche per Maria e Giuseppe non c'era posto tra le case degli uomini”. Così monsignor Antonio Allori ha ricordato Florin, il bambino rom di 4 anni morto nel rogo della sua baracca a Borgo Panigale. Un monito alla città incentrato sull'accoglienza e sulla tolleranza: “Aiutavamo questa famiglia attraverso il banco alimentare - racconta il parroco - Il piccolo veniva qui con la madre e quando se ne andava mi salutava in italiano con un ciao”.
Il Comune ha proclamato il lutto cittadino per sabato in occasione dei funerali di Florin: per l’occasione gli edifici del Comune esporranno la bandiera comunale listata a lutto. «L’amministrazione - si legge in una nota - invita la cittadinanza e le organizzazioni sociali, culturali e produttive a esprimere, in occasione del lutto cittadino, nelle forme ritenute più opportune, il dolore e la solidarietà dell’intera città ai familiari e amici del piccolo Florin».
Il rogo ha scatenato la polemica in consiglio comunale: «Sul Lungoreno abbiamo allontanato chi era da allontanare - spiega Sergio Cofferati - queste invece erano brave persone ». Tuttavia l'intervento del sindaco non placa le polemiche in aula. Rifondazione critica «chi propone solo sgomberi, mentre la vera sicurezza passa attraverso il diritto a una casa e a una vita dignitosa. A pochi chilometri dalla Galleria Cavour c'è il terzo mondo e si fa finta di niente». E l'opposizione punta il dito sull'inadeguatezza dei servizi sociali. «Episodi come questi testimoniano che la situazione è fuori controllo - dice il deputato Udc Gianluca Galletti - e segnalano inoltre l'inefficienza del monitoraggio dei servizi sociali sulle fasce più deboli della popolazione».
Il rogo della baracca in cui Florin ha perso la vita è avvenuto nell'insediamento abusivo in via del Triumvirato a Borgo Panigale, nei pressi dell'aeroporto Guglielmo Marconi. Nell'incendio sono rimasti feriti anche gli altri due figli di Cristinel, romeno di etnia rom, e sua moglie Uliana, che ora sono ricoverati al centro ustionati di Padova in condizioni gravi, ma non in pericolo di vita.
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