La libertà di stampa è un diritto prezioso, ottenuto attraverso secoli di sacrifici, battaglie, lotte. Perché abusarne? Spiego. Oggi su un quotidiano a tiratura nazionale (chiamiamolo X) è apparso un articolo su un fatto di cronaca violenta (chiamiamolo ALFA). Fin qui, tutto normale. Notizia triste è che X, oltre a descrivere ALFA, ha spiegato in un trafiletto i modi e i mezzi da adottare per effettuare la violenza, nonché i prodotti utili con tanto di nome, di foto e d'indicazioni sul come procuraseli.
Ora, la colpa non è del quotidiano... poiché si è solo limitato ad essere in linea con le altre fonti di informazione, giornali e televisione. Cambiano i tempi, cambia anche lo scopo della comunicazione: non più informare ma vendere.
Da alcuni anni le notizie hanno assunto una personalità nuova, molte volte morbosa, quasi macabra. Capita spesso si seguire un telegiornale e venire a sapere con quante martellate alla testa una persona ha perso la vita (in orari di fascia protetta poi...); oppure un'accurata descrizione delle ferite provocate da un incidente, stile copione da film Horror; oppure ancora, come nel caso di oggi, telegiornali e quotidiani ci spiegano tutto ciò che si deve sapere per compiere una violenza, una rapina, una bravata. Perchè?
Perchè insistere nei particolari raccapriccianti e/o fornire il lettore, o lo spettatore, di esaudienti "istruzioni per l'uso" o per meglio dire per l'abuso?
Perchè insistere su fatti di cronaca alimentando fenomeni di emulazione?
Basta citare due esempi: il bullismo (più se ne parlava, più sembrava diffondersi e ora, che non se ne parla più, dov'è finito?); per non parlare delle recenti notizie sui Rom che hanno rischiato di innescare una serie di spedizioni punitive anche contro chi non aveva alcuna colpa se non la nazionalità d'origine.
La parola d'ordine sembra essere "violenza", se poi dietro vengono fuori anche storie di gelosie, amanti, tradimenti... tanto meglio, la curiosità aumenta!
Ma di chi è la colpa? Della fonte d'informazione o del destinatario della stessa?
Purtroppo vende più una storia violenta densa di particolari aghiaccianti e retroscena da film che una buona notizia. Questa però non è una giustificazione, non è liberta di stampa e non è (o meglio non dovrebbe essere) la miglior interpretazione di quel diritto, raggiunto dopo secoli di sacrifici, di battaglie, di lotte. Esprimi la tua opinione…
4 commenti:
Interessante spunto che dovrebbe avere più spazio nei dibattiti pubblici.
Per quanto riguarda i Rom e i Sinti, noi osserviamo che molti quotidiani generalizzano singoli eventi, offrendo al lettore stereotipi già confezionati (esempio: Ronchei, corriere della sera, 29 settembre 2007).
Tutti i quotidiani quando danno la notizia di reato, se il responsabile è Rom o Sinto, indicano l'appartenenza etnica, stimolando di fatto stereotipi nell'opinione pubblica.
in ultimo è da rilevare che alcuni giornali, quando si parla di rom e sinti, "cercano" notizie di cronaca nera da affiancare a notizie su dibattiti legati alla questione rom e sinta più generale.
dovrebbe esserci un codice per i giornalisti, perchè se x compie un reato, solo x è responsabile davanti alla legge e solo x deve pagare un debito alla giustizia.
infatti se un cittadino x di Roma compie un reato y a Milano, nessun giornalista scriverebbe a caratteri cubitali "il romano x si è macchiato del reato y". per i rom e i sinti questo succede quotidianamente.
Ormai i giornali mischiano informazione e intrattenimento. Bisognerebbe però vedere il codice deontologico dei giornalisti, se c'è.
Mi hanno suggerito che c'è la Carta di Roma
http://www.repubblica.it/2005/b/rubriche/glialtrinoi/carta-di-roma/carta-di-roma.html
grazie Carlo64, in questo link si pu� trovare la bozza della Carta di Roma
http://www.francoabruzzo.it/docs/Cartadiroma-set07.rtf
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