Sono 1.065 i Sinti e i Rom presenti nella provincia di Reggio Emilia e, secondo i dati diffusi dal Viminale, Reggio si colloca al settimo posto in Italia - la precedono solo Roma (9.000), Milano (4.763), Napoli (2.065), Torino (2.048), Catanzaro (1.337) e Latina (1.140). In Provincia la minoranza etnica maggioritaria è quella dei Sinti.
Una presenza massiccia che colloca inoltre Reggio al primo posto in Emilia Romagna: Bologna la segue con 739, poi Modena (542), Rimini (310), Parma (277), Ferrara (243), Piacenza (224), Ravenna (165) e Forlì-Cesena (21).
Le presenze più cospicue riguardano il capoluogo (con più “campi nomadi”, il più consistente in via Gramsci), ma vi sono altre realtà a Quattro Castella, Bibbiano, Cadelbosco Sopra, Castelnovo Sotto, Poviglio, Bagnolo, Correggio, San Martino in Rio, Novellara e Guastalla.
I dati del Viminale arrivano quando ancora non si sono spente le polemiche che hanno accompagnato il Comune di Reggio deciso ad individuare delle micro-aree per abolire gradualmente i “campi nomadi”, a partire da quello di via Gramsci.
«Non abbiamo ancora individuato la famiglia e l’area - ha detto in commissione consiliare ad inizio ottobre l’assessore Gina Pedroni - e servirà almeno un anno per progettare l’intervento. Non vi sono alternative - aveva concluso l’assessore Pedroni - l’unica altra strada possibile è l’investimento di almeno un milione di euro per un nuovo campo. Crediamo che sia venuto il momento di scrivere dei patti di cittadinanza con le comunità nomadi: pari diritti e doveri come ogni cittadino reggiano». Continua a leggere…
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