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In apertura di discussione in consiglio comunale il quesito, che ha ottenuto il via libera della commissione tecnica di garanzia, è stato affossato dalle osservazioni del capogruppo del Pd Luca Vecchi: «E’ poco chiaro e strumentale», e fa riferimento ad un referendum «preventivo» su decisioni che la giunta deve ancora prendere. E poi: «Le aree indicate nel quesito tramite visure catastali sono incomprensibili per i cittadini e non sono demaniali, ma appartenenti al patrimonio pubblico».
Inoltre «nel quesito si parla di variante d’uso che è differente da quella urbanistica e su cui non c’è chiarezza». Non si capisce poi perché «la maggioranza dovrebbe precludersi a priori la possibilità di intervenire con varianti sulle aree dove un domani si può decidere di installare parcheggi, ospedali o attrezzature per i quartieri», rincara Vecchi. Oltre alle osservazioni tecniche c’è poi il dissenso politico sulla mossa del Carroccio. Blindando la destinazione d’uso delle aree, la Lega punta infatti a impedire la collocazione delle «micro-aree» previste dal Comune nel progetto denominato «Dal campo alla città».
Già la scorsa settimana sul medesimo argomento c’era stato un aspro scontro tra Marco Eboli di An e il sindaco Graziano Delrio. E per Giacomo Giovannini, capogruppo della Lega, «l’ammissione del referendum è un atto dovuto». A meno che «i membri della commissione non si dimettano perché le decisioni prese oggi dalla maggioranza equivalgono ad altrettanti atti di sfiducia nei loro confronti». Chiosa An: «In consiglio c’è un deficit di democrazia».
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