Parte da Piazza della Repubblica. Si snoda per via Cavour, arriva a Via dei Fori Imperiali, passa sotto l’Altare della Patria, si raccoglie a Piazza Navona. Colorato, vivace. Solo donne. Donne bellissime, giovani, capelli corti, lunghi, occhiali, cappelli. Donne meno belle, donne di ogni età, sciarpe, gonne, stivali, pantaloni, scarpe da ginnastica, tacchi. Solo donne. La prima parte del corteo – lo urlano col megafono dal camion che apre le danze – è “separatista”. Eventuali uomini solidarizzanti, prego, in coda. Parlano, ridono, scherzano, cantano. Ballano sulle note di “Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastune e tira fora li denti”.
Musica e slogan contro la violenza sulle donne. Violenza che non è devianza, spiegano, urlano, affermano. Violenza che è figlia di questa società. “Lo stupratore non è deviato. E’ figlio di questo patriarcato”. Denunciano l’uomo, e ogni suo ruolo. L’uomo che può essere padre, partner, zio, cugino, fratello. L’uomo che violenta, e tutti i modi che ha per farlo. E’ una manifestazione organizzata dal basso, da associazioni il cui operato difficilmente ha copertura mediatica.
150.000 donne – questa l’affluenza dichiarata dalle Organizzatrici – per manifestare contro la violenza, per difendersi, per ricostituirsi corpo di lotta.
Alla testa del corteo, un gruppo colorato si distingue nella folla. Sono ragazze e bambine Rom, vestite a festa, tintinnanti con le loro cinture e i loro abiti. Sorridono, ballano, cantano slogan insieme a tutte le altre.
“Siamo del campo di via Candoni e ieri abbiamo deciso di venire al corteo. Manifestiamo solidarietà per la donna rom che ha deciso di denunciare l’assassino di Giovanna”, spiega Vania Mancini, Dirigente dell’Arci Solidarietà. “Le bambine fanno parte di un laboratorio di danza portato avanti dal Comune di Roma e dall’Arci per aiutarli nella difficile integrazione nelle scuole”.
Che difficoltà incontrate? “Le maggiori difficoltà per questo progetto le stiamo trovando nelle scuole, negli italiani, e non nei campi nomadi di provenienza di queste ragazzine”. Il pacchetto sicurezza non piace, viene ribadito molte volte durante la marcia. E la manifestazione non deve, per il Comitato Organizzatore e per tutte le Associazioni e i Collettivi presenti, essere strumentalizzata per giustificare le espulsioni. Continua a leggere…
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