Il decreto legge in materia di sicurezza non sarà convertito dal governo. Ma l’Esecutivo è già al lavoro per portare in dirittura d’arrivo un altro provvedimento nel Consiglio dei ministri di venerdì 28 dicembre. «Il governo rinuncia alla conversione del decreto legge sulla sicurezza» ha detto questa mattina al termine della riunione con i capigruppo parlamentari il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti (in foto).
«Il governo ha mantenuto l’impegno che aveva preso in Senato - ha aggiunto - questo è un governo che si assume le proprie responsabilità. Certo, la strada più lineare sarebbe stata quella di eliminare l’articolo 1 bis, che è una norma impropria e di confusa applicazione. Eliminarla alla Camera per tornare poi al Senato». Il ministro ha però spiegato che questa strada non è praticabile poiché «il Senato è impegnato in questi giorni per la legge finanziaria e successivamente per il welfare».
Il governo aveva anche ipotizzato l’emissione di un decreto legge ad hoc per eliminare la norma ma «anche questa strada è di difficile applicazione perchè non consente di mantenere gli impegni», come ha spiegato ancora Chiti.
«La via è quella quindi di rinunciare alla conversione del decreto e contemporaneamente il ministero dell’Interno sta valutando la costruzione di un altro provvedimento legislativo - ha spiegato ancora il ministro al termine della riunione con i capigruppo - poiché è ovvio che i caratteri e i temi della sicurezza permangono e bisogna intervenire con efficacia». «Il provvedimento legislativo sarà nuovo e salvaguarderà gli interventi già presi e introdurrà nuovi elementi - ha detto ancora Chiti - già il testo al Senato aveva introdotto nuovi elementi». Il ministro ha poi voluto sottolineare che nel decreto sicurezza «non ci può essere una norma sull’omofobia». «Siamo tutti d’accordo sul fatto che su questo tema ci sono delle normative europee - ha concluso - e la nuova legge verrà emanata prima che decada l’attuale decreto».
Ma è bastato l’annuncio di un nuovo decreto per far scatenare l’opposizione che con un coro unanime chiede le dimissioni del ministro dell’Interno, Giuliano Amato. In una conferenza stampa che si è da poco conclusa alla Camera, Elio Vito (Forza Italia); Marco Airaghi (An); Luca Volontè (Udc) e Roberto Maroni della Lega hanno sottolineato come: «un ministro dell’Interno che mette in difficoltà il Presidente della Repubblica, con un decreto incostituzionale, è un ministro dell’Interno che dimostra assoluta incapacità di servizio a disposizione del paese».
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