domenica 10 febbraio 2008

Porrajmos, ti ricorda qualcosa?

L’associazione Amalpé Romanò ha pubblicato nel proprio spazio web l’intervento di Roberto Ermanni (Arci Toscana), tenuto durante l’evento "Cancellati due e più volte, la persecuzione infinita dei Rom. Porrajmos passati e presenti" che si è svolto il 25 gennaio 2008 a Capannori (LU) nell'ambito dell'iniziativa “A Forza di Essere Vento”, organizzata per celebrare i Giorni della Memoria. Lo riproponiamo perché l’abbiamo trovato interessante.

"Voglio ringraziare i compagni e amici dell'arci di Lucca per la bella e coraggiosa iniziativa organizzata con il Comune di Capannori e l'Osservatorio per la Pace. Una settimana di lavoro sulla memoria, un percorso cittadino nella memoria e quindi nella costruzione di cittadinanza cosciente. Questo è proprio il tipo di iniziative che fanno onore all'arci e rinnovano il senso e l'importanza ma soprattutto il compito dell'associazione. Poter parlare in luoghi “difficili” a volte anche politicamente avversi senza tirarsi indietro, dove “non conviene”; saper tenere la discussione portando testimonianze vere e con argomentazioni che pochi osano sostenere."
"Tristemente, nel pomeriggio prima dell'iniziativa, si sono visti comparire volantini razzisti a giro per la città. Una formula già vista, anzi, la stessa usata nel ventennio fascista, uno spettacolo che non vorremmo più vedere......ma invece eccoli là!....Sono stato felice di sottoscrivere l'esposto che tutti partecipanti hanno firmato.
Solo il giorno prima l'assemblea di studenti a cui abbiamo partecipato io e Demir nell'ambito dell'iniziativa ci aveva visto testimoni del serpeggiare di quel “rumore di niente” quel non pensiero che vuole le persone pigre, bloccate, incatenate, prigioniere del pregiudizio e soprattutto lontane dalla memoria.
I trecento studenti che abbiamo incontrato avevano anche sete però. Si notava l'interesse che provavano nel confrontarsi con un rom e con un mezzo italiano come me che proponeva una visione diversa: i Rom che vogliono affrancarsi da quell'errore chiamato “campo” . Il nostro compito è proprio dare queste opportunità. Illuminare prospettive. Diverse dai giornali, dalle campagne disinformative di ogni genere.
L'esercizio della memoria è un esercizio che deve essere continuo, ripetuto, costante. Altrimenti non hanno dinamiche e retroscena neanche i fatti di oggi. Pensate! A cosa somigliano i “campi nomadi”? Da quale retaggio possono mai emergere? Certo da una storia recente che non ha approfondito i motivi e le dinamiche che hanno portato allo sterminio di oppositori, ebrei, rom, omosessuali etc. Rendiamoci conto che ancora tendiamo a restringere e confinare il fenomeno ai carnefici nazisti e alle vittime ebree.
Questa è un'aberrazione della realtà e certo non ci immunizza e non previene da storte reiterazioni se non lo si considera un fenomeno molto più vasto e complesso sia umano che culturale e non certo appartenente esclusivamente al cosiddetto occidente europeo. È solo da pochi anni che si discute e si prende atto dello sterminio rom: la Porrajmos “il divoramento” il tentativo di distruggere questo popolo (si stimano tra le 500.000 e le 800.000 persone uccise nei lager).
A fatica stiamo restituendo la dignità di popolo ad una civiltà millenaria senza terra. Allora che senso ha non riconoscere nella legge italiana l'esistenza di una minoranza etnico linguistica rom e sinti? Che senso ha continuare a “buttare via”, allontanare dalla vista, non incontrare questi uomini (rom significa uomo) diversi? Ci ricorda qualcosa? Ti ricorda qualcosa?"

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