È un dato di fatto che a Milano il numero dei senza fissa dimora, degli abitanti delle baraccopoli e degli occupanti abusivi sta aumentando notevolmente. L’emergenza casa riguarda diverse fasce di popolazione: persone con problemi di esclusione sociale dovuti a sopraggiunte difficoltà socio-economiche o a disagio psichico, profughi, immigrati appena arrivati in città, nelle prime fasi del loro percorso di integrazione e, in particolare, di questi tempi, cittadini dell’Europa dell’est di etnia rom. Quest’ultima categoria di migranti rappresenta oggi la popolazione più numerosa dei così detti “campi nomadi autorizzati” e degli insediamenti illegali (baraccopoli, edifici occupati), che costituiscono un grande problema, affrontato per lo più in modi inadeguati e inefficaci, su tutto il territorio italiano.
A Milano, in particolare, la condizione abitativa delle famiglie di immigrati rumeni di etnia rom giunti in città negli ultimi dieci anni, costituisce una grave emergenza umanitaria.
Considerati, a torto, “nomadi” (i Rom presenti in Italia, e in particolare i rom rumeni, nei loro paesi di origine erano stanziali) si è pensato, fino a oggi, che la risposta abitativa adatta alle loro particolari esigenze socio-culturali, fossero i “campi temporanei attrezzati”, che hanno rappresentato l’unica alternativa agli insediamenti abusivi – insufficiente e assolutamente al di sotto degli standard abitativi legali – offerta dalle istituzioni, secondo una politica di solo ordine pubblico.
Sebbene dopo essere emigrati siano costretti a muoversi da un insediamento all’altro in cerca di una sistemazione sicura, mimetizzandosi e disperdendosi nelle pieghe invisibili e marginali della città, ciò che caratterizza i migranti di etnia rom non è il loro nomadismo. Essi si differenziano dalle popolazioni delle ondate migratorie precedenti per due aspetti fondamentali: da una parte il fatto che costituiscono una minoranza etnica che ha vissuto nei paesi di origine e continua a vivere nei paesi in cui emigra, ai margini della società, in condizioni di esclusione e discriminazione. Dall’altra il fatto che emigrano muovendosi con l’intero nucleo famigliare (mentre negli altri casi di solito partono per primi singoli individui che, una volta create le condizioni adatte, sono raggiunti dal resto della famiglia). È da questi due fattori principali che ci sembra sia necessario partire per affrontare il problema abitativo e di integrazione di questa particolare ondata di immigrati.
Il progetto CITYROM mira a superare il fallimento evidente delle politiche locali e nazionali riguardo la condizione abitativa dei rom e a cercare di individuare un diverso modello urbanistico e socio-politico di accoglienza e integrazione di queste popolazioni escluse dal mercato delle abitazioni urbane.
Il modello che si intende studiare e’ quello di un sistema policentrico di luoghi di accoglienza distribuiti sul territorio della città (Milano), costruito riprogettando strutture dimesse, abbandonate o fatiscenti di proprietà pubblica per ottenere spazi di medie e piccole dimensioni in grado di ospitare temporaneamente un numero ridotto di utenti. Luoghi dove sperimentare diversi modi di abitare, che fungano nello stesso tempo da spazi per la residenza temporanea di singoli individui e famiglie e da erogatori di servizi per l’integrazione degli ospiti, di chi abita ancora nei “campi” e di chi si trovi in difficoltà sociali, economiche e abitative. Un sistema di isole di accoglienza e di servizio che, evitando le concentrazioni-ghetto, siano piuttosto interfacciate con la città. Che offrano funzioni e servizi diretti agli abitanti dei quartieri limitrofi (campi sportivi, biblioteche, laboratori di formazione professionale, spazi per l’intrattenimento e la cultura, ecc.), gemellandosi con le reti sociali già attive sul territorio (prima fra tutte quella della scuola). Che avviino un processo di inclusione sociale di chi è senza casa, di chi vive nelle baraccopoli abusive e nei “campi nomadi”, con lo scopo di consentire loro di accedere all’offerta, pubblica e privata, delle abitazioni urbane, come tutti i cittadini milanesi, superando la logica dell’emergenza e della temporaneità. Un sistema che risponda oggi all’emergenza abitativa di queste ultime ondate migratorie a Milano – in particolare quelle dei cittadini europei di etnia rom – ma che sia anche in grado in futuro di rispondere all’emergenza abitativa di altre popolazioni con problemi di esclusione sociale.
Il blog è l’ archivio di CITYROM: raccoglie materiali della ricerca (testi, immagini e materiali audiovisivi prodotti dal laboratorio multiplicity) e una selezione di articoli, saggi e link. È aperto alla discussione con chi è interessato a questi temi.
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