Dramma della disperazione a Napoli, dove sembra che un’italiana, Luigia Giordano, abbia organizzato la vendita di una neonata rom. La Giordano, residente nell'agro sarnese-nocerino, avrebbe convinto alcuni rom a vendere due neonate ad una coppia del beneventano ed ad un’altra di Pistoia.
Gli arresti sono scattati ieri nei pressi del “campo nomadi” di Secondigliano, alla periferia nord di Napoli quando è avvenuta la consegna di una neonata in cambio di ottomila euro. Gli investigatori sono però in possesso di una scrittura privata firmata da Luigia Giordano alla famiglia italiana del beneventano nella quale si dà atto del versamento della cifra di 28mila euro per la consegna della neonata e di una sua presunta gemella destinata alla famiglia di Pistoia. I mariti delle due coppie che si erano rivolte alla Giordano sono cognati. I carabinieri sono alla ricerca della seconda neonata.
Le indagini sono scattate quando una delle due famiglie, insoddisfatta del “contratto”, si è rivolta alla magistratura. Rimaniamo stupiti che non siano state arrestate le due coppie di coniugi italiani che sono accusate del reato di compravendita di neonati.
3 commenti:
Ma incollate i ritagli di altri giornalacci !?!
mi risulta che, se non c'è pericolo di fuga e la reiterazione del reato, non sia prevista la detenzione fino alla fine del processo(vedi Franzoni).
Pare sia la legge italiana che dice ciò.
Ora che questo sia giusto...non lo so, non so neanche se essere + disgustato da chi vende il proprio figlio o da chi aggira le normali procedure per procedere ad un'adozione regolare.
ciao Anonimo, noi riceviamo le agenzie stampa.
ciao Xpisp, hai ragione la legge lascia discrezionalità ai magistrati.
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