Una donna rom rumena di 40 anni è stata segregata per 7 giorni nel “campo” di Bisceglie, alla periferia di Milano. La polizia ha fermato due connazionali. I due uomini, di 33 e 40 anni, sono stati bloccati ieri dalla squadra Mobile di Milano con l'accusa di sequestro di persona, violenza sessuale e percosse. Secondo la polizia avrebbero tenuta segregata la donna dal 17 aprile a ieri sottoponendola a continue violenze.
Giovedì scorso la donna aveva accettato di incontrare uno dei due uomini con il quale aveva avuto una relazione un anno fa. Un incontro che si è trasformato in una trappola. L'uomo l'aveva costretta a seguirlo in una baracca di lamiere nel “campo nomadi” alla periferia della città e lì è cominciato l'incubo. Ad aiutarlo nel tenerla prigioniera il cognato, per sette giorni la donna subisce continue violenze. Viene colpita ripetutamente, costretta a vivere segregata, violentata più volte dal suo ex compagno.
"Picchiata -spiega Francesco Messina, capo della squadra Mobile di Milano- per costringerla a tornare con lui". Solo un’altra donna rom, abitante nel “campo”, le ha dato aiuto passandole dei medicinali e un indirizzo dove provare a fuggire. Ieri il piano di fuga è stato messo in atto. In una rissa tra i due cognati l'ex marito della vittima ha la peggio, si frattura la mandibola. E' costretto a chiederle aiuto per farsi accompagnare in ospedale. Lei accetta, ma a pochi passi dalla metropolitana riesce a fuggire e a raggiungere una casa di accoglienza per donne maltrattate. Su di lei restano i segni di un vero pestaggio: un trauma toracico e diverse fratture multiple su tutto il corpo.
L'ex marito della vittima è stato arrestato mentre andava al pronto soccorso del San Carlo per farsi medicare, il complice è stato bloccato nel “campo nomadi”. Per i due, in attesa della convalida, si sono aperte le porte del carcere di San Vittore.
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