Il 25 luglio 2007 sono state presentate alla sesta commissione consiliare permanente della Regione Veneto le osservazioni e le proposte di Loris Levak e Aldo Levak dell’Associazione Rom Kalderash in merito al progetto di legge n. 222 “regolamentazione e disciplina degli interventi sulla presenza delle popolazioni nomadi del territorio veneto”. Di seguito le osservazioni e le proposte
Relazione introduttiva al progetto di legge n. 222 “regolamentazione e disciplina degli interventi sulla presenza delle popolazioni nomadi del territorio veneto”
Il Progetto di Legge 222, a nostro parere, dovrebbe inserirsi e richiamare la normativa Europea ed Internazionale per la più numerosa minoranza europea, ed, in base a tali normative, chiarire/definire il concetto di minoranza etnico-linguistica, precisando la realtà nella Regione Veneto.
In particolare nella relazione introduttiva dovrebbe essere esplicitati più correttamente alcuni termini e concetti:
- “popolazioni nomadi”, in passato nomadi ed ora stanziali per la maggior parte, cittadini italiani e stranieri, utilizzare Rom e Sinti;
- “la diffusione ha comportato una diversificazione…”, i diversi gruppi prendono il nome o dalla regione di provenienza o dalla tipologia lavorativa;
- “…Sia per la volontà degli stessi di sfuggire ai controlli burocratici…”, moltissimi rom e sinti non ottengono la residenza e anche per questo sfuggono ai controlli;
- “…scarsa o nulla presenza stagionali o itineranti…”, per quanto riguarda le presenze stagionali, i comuni non sono in grado di fornire risposte , i rom/sinti o hanno una loro proprietà o sono ospitati in un altro comune dove non hanno la residenza;
- “…rapporto tra gli zingari e la comunità italiana…”, mancano politiche di inclusione sociale e di riconoscimento della diversità culturale, che non vuole però essere condizione per forme di illegalità o illeciti né tantomeno di privilegi;
- “…Non esistono dati attendibili…”, manca un monitoraggio ed un osservatorio istituzionale;
- “…fanno del nomadismo il loro stile di vita…”, moltissime famiglie (la maggior parte) sono stanziali, altre sono nomadi solo nel periodo delle “sagre” da maggio a settembre/ottobre, altre si spostano dalla loro residenza stanziale per periodi lavorativi (Kalderash) e altri sono nomadi perché non trovano il posto dove fermarsi (il nomadismo è in via di estinzione);
- “…in regola... materia di ingresso…”, sono cittadini italiani o cittadini comunitari;
- “… iniziativa enti locali… servizi di base…”, non chiaro area di accoglienza, necessario definire pluralità di proposte (accesso alla casa, autocostruzione, autorecupero, sanatoria delle microaree, aree di transito…..);
- “scolarizzazione… abuso…”, collaborazione e coordinamento con gli uffici scolastici regionali (Gruppo di lavoro per la scolarizzazione presso USP di Padova che ha elaborato il Vademecum e quaderni per itineranti, monitoraggio…); collaborazione con le province per obbligo formativo.
Sempre nella relazione, si segnalano diversi articoli, partendo dall’Art. 2: nessun comune è d’accordo di realizzare campi sosta, anche piccoli e quindi quanto viene previsto negli articoli seguenti non ha più ragione d’essere.
Articoli della legge: “Regolamentazione e disciplina degli interventi sulla presenza delle popolazioni nomadi del territorio veneto”
- Riferimento legislazione europea ed internazionale.
- Sostituire termine nomadi con minoranze rom sinti e gruppi nomadi.
- Sostituire “abuso e sfruttamento minori”.
- Definire con precisione i destinatari: cittadini italiani, comunitari, extracomunitari.
- Considerare che i comuni sono nettamente contrari ai campi sosta.
- Togliere la percentuale “uno per mille” in quanto non applicabile ed incostituzionale.
- Preveder altre tipologie e provvedimenti per l’habitat.
- Considerare lo spreco di risorse pubbliche per la costruzione dei campi senza raggiungere gli obiettivi dell’integrazione e dell’autonomia delle famiglie Rom e Sinte, si ripetono gli errori del passato
Leggi le proposte dell’associazione Rom Kalderash…
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