mercoledì 2 aprile 2008

Milano, un Expo di diritti umani calpestati

Alla fine l’insediamento di via Bovisasca non c´è più: oltre 150 baracche distrutte e gli ultimi rimasti, una sessantina tra uomini, donne e bambini, allontanati da vigili, poliziotti e carabinieri, in tutto un centinaio che vagano in queste ore per Milano.
«Uno sgombero elettorale», accusa il segretario della Cgil, Onorio Rosati, che insieme ad altre associazioni come Caritas, Arci, Acli e Casa della Carità rinuncia all’incontro fissato proprio ieri pomeriggio in Prefettura per affrontare il problema e chiede un altro vertice «per discutere della situazione dell’intera Provincia e di soluzioni strutturali».
Ma la reazione più dura arriva dalla Curia, che ammonisce: «Gli sgomberi non sono la soluzione. La legalità è sacrosanta ma l´impressione è che si stia scendendo sotto i limiti stabiliti dai fondamentali diritti umani. Perché insieme alla dovuta fermezza non si è vista nessuna forma di assistenza, specie per i più deboli?».
Parole forti, quelle dell’editoriale pubblicato sul sito della Diocesi. Articolo non firmato, ma sicuramente sottoposto al vaglio del cardinale Dionigi Tettamanzi e discusso col direttore di Caritas, don Roberto Davanzo e don Virginio Colmegna, presidente della Casa della carità. Dalla Curia un appello: «È urgente la costituzione di un luogo istituzionale per governare il problema. Per le amministrazioni è obbligatorio tutelare i minori». Fino all’augurio: «Che il clamore e i festeggiamenti per l´Expo non diventino il paravento e il pretesto per nascondere o spostare un metro più in là i drammi di questa città».
Per il prefetto Gian Valerio Lombardi quello di via Bovisasca «non è stato uno sgombero vero e proprio, ma un’operazione graduale con una forte opera di sensibilizzazione della polizia per cercare di convincere nel tempo queste persone a lasciare un´area non salutare».
Alla Curia replica il vicesindaco Riccardo De Corato che, per risolvere la situazione, chiede rimpatri coatti selettivi con pene di 10 anni da scontare nelle carceri del proprio Paese: «Non c´è stata alcuna violazione dei diritti umani. Perché dobbiamo pensare ad alternative per chi occupa abusivamente un´area? E perché dovrebbe farlo solo il Comune quando ci sono altre istituzioni pubbliche che hanno risorse e immobili da mettere a disposizione? Non è stato uno sgombero, ma un allontanamento perché in quel caso avremmo dovuto accogliere donne e bambini e non abbiamo più posti».
Poche ore dopo via Bovisasca, ci sono stati altri “allontanamenti”: in via Colico e in via Porretta, a Quarto Oggiaro, dove sono state demolite altre 30 baracche, molte delle quali appena ricostruite, e 130 persone sono state mandate via. «Magari le ritroveremo in via Dudovich - dice De Corato - dove c´è un altro grosso campo. Anche di questo dovremo parlare nella riunione sulla sicurezza in prefettura».

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