Il voto del 13 e 14 aprile 2008 ha aperto nuovi scenari, alcuni dei quali preoccupano molto tutti noi. Innanzitutto dobbiamo distinguere il voto delle politiche a quello delle amministrative che in alcune aree del Paese avrà un riscontro dopo il ballottaggio.
L’ondata di commenti politici dedicata al crollo de La Sinistra l’Arcobaleno e alla vittoria della Lega Nord dovrebbe aiutarci a capire meglio quali strategie utilizzare nel prossimo futuro. Ora è in atto la beatificazione della Lega, il partito territoriale che ha vinto perché sarebbe capace di interpretare le esigenze della «gente». O magari di crearle, vellicarle e cavalcarle molto oltre la loro realtà. Secondo l’interessante definizione del sociologo Aldo Bonomi, la Lega, più che un partito, sarebbe un «sindacato del territorio».
A sinistra è probabile un harakiri finale, infatti si preparano al tutti contro tutti e non si capiscono certi commenti che puntano il dito accusatorio sulle politiche sui diritti che hanno coinvolto direttamente anche i Sinti e i Rom. Le cause della sconfitta le cerchino da altre parti.
Preoccupa la Lega Nord, che tanto in Lombardia quanto in Veneto ha superaro il 20% dei suffragi. Molto è stato detto - non sempre con cognizione di causa - sulle ragioni di questo risultato. Ma la vera questione, oggi, è un'altra, perché adesso è importante chiedersi in che modo Bossi peserà sulla politica italiana e quale uso saprà fare dei voti decisivi di cui dispone al Senato, senza i quali il centrodestra non avrebbe più una maggioranza.
Vi possono essere almeno due modi, però, di “difendere” le ragioni del Settentrione. In primo luogo, è possibile che i nuovi ministri della Lega si impegnino a proteggere in maniera assistenziale gli interessi veneti o piemontesi o lombardi. In questo senso, la battaglia condotta nelle ultime settimane per tutelare i posti di lavori di Malpensa può essere un'anticipazione di tale strategia, che però non aiuterebbe davvero il Nord e finirebbe per costare tantissimo all'Italia nel suo insieme.
Il rischio è di avere una sorta di "meridionalizzazione" complessiva, che estenda anche alle regioni settentrionali pratiche ben note - purtroppo - in talune aree del Sud.
Ma è anche possibile che invece la Lega utilizzi il proprio potere contrattuale soprattutto per ottenere una riforma in senso federale, che muova innanzi tutto dal fisco e imponga a ogni comune e ad ogni regione di reggersi sostanzialmente sulle proprie gambe.
Ad oggi sembra che la Lega prenderà la strada della mera tutela del tornaconto di chi sta al Nord (magari limitandosi a chiedere il trasferimento a Milano di una rete Rai...) e sarà l'ennesima occasione perduta. Difficilmente saprà portare il Paese verso un ordinamento federale, per porre le premesse per un processo virtuoso destinato a far calare la pressione fiscale e a migliorare la qualità dei servizi pubblici. Nell'interesse dell'Italia nel suo insieme.
Il voto al Nord è di fatto un voto clientelare ed è probabile che il Carroccio cercherà di ottenere norme più severe su immigrazione e ordine pubblico e su questi temi non troverà l'ostilità degli alleati. Anche le questioni come quella rom e sinta saranno trattate con più attenzione da parte del nuovo esecutivo ed i rischi sono evidenti come ha dimostrato il Governo passato che non ha certo brillato, anzi…
Matteo Salvini, neo deputato della Lega Nord e anima della politica degli sgomberi a Milano, ha ritrattato le parole orrende sui Rom da «derattizzare» ma come alcuni commentatori hanno fatto notare, a campagna elettorale finita, non costa niente concedersi cinque minuti di civiltà.
In questo quadro è obiettivo primario per le associazioni sinte e rom intessere relazioni con il nuovo Governo mettendo al centro la legislazione europea. Bisogna esigere da questo Governo il rispetto delle norme e attivarsi per denunciare tutte le forme di discriminazione, senza esclusione. Bisogna anche essere capaci di liberarsi di pregiudizi e riprendere il cammino iniziato a maggio 2007.
6 commenti:
Forse sarebbe anche bene attivare da subito delle iniziative concrete riguardanti il lavoro, la scolarizzazione, la formazione professionale, i doveri oltre ai diritti.... In definitiva:favorire il processo di integrazione, e smetterla di strillare al razzismo ed alla discriminazione.
Un diverso atteggiamento andrebbe a favore di tutti i Sinti e Rom.
ciao Anonimo, il problema è che le politiche per il lavoro, la scolarizzazione, la formazione professionale... non vengono attuate proprio perchè c'è razzismo e discriminazione. queste politiche presuppongono un investimento che l'Italia ad oggi non ha voluto mettere in campo. Non per altro Barroso, Presidente della Commissione europea, ha denunciato che il nostro Paese non richiede nemmeno l'accesso ai fondi stanziati dall'Unione europea a favore dei Sinti e dei Rom.
Per i Rom e i Sinti l'Italia di oggi e di ieri ha messo in campo quasi esclusivamente delle politiche di assistenzialismo, complici le varie associazioni pro nomadi che avrebbero dovuto invece proporre e pretendere soluzioni diverse. Cosi'noi abbiamo pagato , il razzismo e la discriminazione sono aumentati, i Rom e i Sinti sono sempre al punto di prima..E non ha senso accusare genericamente l'Italia. Chi erano i sedicenti "esperti" del settore che per anni hanno chiesto soldi per politiche assistenzialistiche,criticando l'idea di integrazione,considerando anche la scolarizzazione un pericolo per il mantenimento della propria identita' e cultura ....? Sarebbe meglio che qualcuno facesse autocritica!
ciao Anonimo, il settore scuola è stato quello più massivamente finanziato, eppure i risultati a livello nazionale sono deludenti... ad esempio in Lombardia solo in una Provincia, quella di Mantova, gli adoloscenti sinti e rom accedono alla scuola media superiore.
fino a quando anche i pochi soldi disponibili sono utilizzati per integrare, assimilare e includere i risultati saranno deludenti, come lo sono stati per qualsiasi minoranza.
bisognerà che qualcuno, magari tu caro Anonimo, mi spieghi un giorno il perchè un cittadino italiano appartenente alla minoranza sinta o rom debba integrarsi, mentre un cittadino italiano appartenente alla minoranza tedesca, ad esempio, possa mantenere la propria cultura.
un cittadino tedesco e' gia' integrato: lavora, va a scuola, rispetta le leggi,( e se non le rispetta viene sanzionato e non ne ho mai sentito uno strillare al razzismo), se e'in Italia sa che deve comunicare in italiano con gli altri( in casa puo' parlare quello che vuole), non si sente vittima di chissa' quali ingiustizie,ha chiara la consapevolezza dei diritti e dei doveri,..Questo in linea generale. Nel concreto, poi, ci sono ovunque chi non rispetta le leggi, i prepotenti ecc..Anche i marocchini, gli indiani, gli albanesi , i brasiliani .....e tutte le altre etnie presenti oramai in Italia vogliono mantenere la propria identita'e la propria cultura, ma questo non pregiudica l'integrazione,( infatti lavorano e mandano i figli a scuola) a meno che non sognamo una societa' con tante etnie separate,ognuna chiusa in se stessa. Io penso invece ad un'orchestra, dove i vari strumenti, con le proprie caratteristiche , concorrano a relizzare un unico concerto.A me risulta che a Milano vi siano "ex nomadi" che frequentano le superiori, vi sono anche stati dei diplomati. Anche in Veneto, a Padova, c'e' frequenza alle superiori, non alta, ma esiste. E cosi' pure a Modena.
ciao Anonimo, mi sembra che le tue conoscenze siano un po' scarse. a Bolzano il tedesco è lingua ufficiale. la segnaletica stradale è bilingue (tedesco / italiano) come qualsiasi altra iniziativa pubblica.
le due comunità hanno gli stessi diritti. sulla scuola divisa io ho qualche dubbio ma la questione è da approfondire e non può essere sintetizzata in una battuta.
sulle altre questioni:
- io personalmente non ho mai conosciuto un nomade e nemmeno un ex nomade, eppure lavoro insieme a Sinti e Rom dal 1987;
- i dati della lombardia sulla scuola sono quelli del ministero della pubblica istruzione se hai altri dati certificati ne daremo notizia;
- l'immagine retorica dell'orchestra non mi convince, ad esempio chi sarà il direttore? preferisco l'immagine retorica di un fascio di luce del sole, comprende ogni colore e...
- i Sinti e Rom sono nella stragrande maggioranza Cittadini italiani, equipararli a Cittadini immigrati non è propriamente corretto.
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