sabato 10 maggio 2008

Caccia ai Rom e ai poveri

Ieri "La Stampa", che è considerato il giornale più compassato e attendibile, in Italia, titolava a tutta pagina, in prima, in questo modo: «Immigrati, il governo si muove/pronta l'offensiva anti-rom / reddito minimo per chi vuole restare in Italia». Ho provato a cambiare qualche parola a questo titolo.
Mi è venuto così. «Razza, il governo si muove/ Pronta l'offensiva anti-ebrei...». Non sono riuscito a parafrasare quell’idea del reddito minimo per chi vuole stare in Italia (capiamoci bene: non è che lo Stato gli garantisce un reddito minimo, lo Stato pretende da loro un reddito minimo...) perché l'idea che i poveri non abbiano neanche diritto ad esistere, a «sostare» sulla nostra nobile terra, non era mai venuta a nessuno, né a Mussolini né a Caligola.
Per il resto, per fare questa faziosissima forzatura di far sembrare il titolo della "Stampa" 2008 un titolo di un giornale fascista del 1938, ho dovuto solo sostituire alla parola «immigrarti» la parola «razza» e alla parola «rom» la parola «ebrei». Peraltro questa seconda sostituzione è solo rafforzativa, perché nelle legge razziali del '38 i rom c'erano eccome, accanto agli ebrei, e dunque tra l'offensiva anti-rom di oggi e quella di allora non c'è nessuna differenza. La scambiabilità dei termini «immigrati» e «razza» (nel senso in cui si usava la parola «razza» nel 1938) non mi sembra una gran forzatura.

Naturalmente in queste osservazioni non c'è nessuna polemica nei confronti della «Stampa». La quale si è limitata a fotografare una situazione purtroppo reale e concretissima. Il governo di centrodestra, sulla spinta delle pulsioni xenofobe della Lega, sulla spinta dell'azione reazionaria e antidemocratica di quasi tutti i sindaci di centrosinistra o di destra (indifferentemente) delle grandi città, sulla spinta della linea tenuta in campagna elettorale dallo stesso partito democratico (cioè dagli eredi del pensiero cristiano e di quello socialdemocratico: povero Sturzo e povero Turati!), sulla spinta di tutti questi avvenimenti e nuovi ideali, il governo si sta preparando a una stretta, e dice che lo farà per affrontare la prima emergenza del paese.
Io mi chiedo cosa potrà scrivere uno storico, tra - mica tanto - cinquant'anni? Scriverà che in Italia la crisi economica si era molto aggravata, i salari e gli stipendi avevano perduto gran parte del loro valore, e una parte consistente della popolazione viveva sul filo della povertà, si accrescevano invece le grandi ricchezze e le paghe dei ceti alti, dei manager, dei gran borghesi, arretrava paurosamente la cultura libertaria e liberale, si riducevano i diritti civili, perdeva posizioni la dignità della donna, l'assenza di una politica ambientale stava portando al collasso del rapporto tra società e natura.
Di fronte a questo drammatico complesso di emergenze -scriverà lo storico - il governo decise di mettere al primo posto il seguente problema: come cacciare i rom dall'Italia? Questo però - queste amare e incredule considerazioni - avverrà tra 50 anni. E adesso? Possibile che non si sollevi una protesta di massa contro la piega che stanno prendendo le cose? Davvero non siamo molto lontani dalle leggi razziali. Davvero la nuova ideologia vincente è ispirata in modo smaccato, mai visto, alla convinzione che la società - la comunità - deve essere dominata dai più forti, da chi ha denaro, da chi ce la fa, e deve essere regolata sulla base degli interessi di costoro. Davvero il governo si sta preparando a varare un pacchetto di leggi che travolge lo Stato di diritto, manda all'aria i principi di tutte le Carte dell'Onu, straccia la dichiarazione dei diritti universali della persona. Può succedere tutto questo nel silenzio? E la sinistra, battuta alle elezioni, resterà al palo, si farà intimidire?
Sabato prossimo ci sarà una giornata di lotta a Verona - nella città dove è stato ucciso Nicola, in un'incredibile esplosione di violenza gratuita e nazista - e sarà una giornata importantissima. Vari movimenti, e poi associazioni e partiti di sinistra hanno indetto manifestazioni e cortei. Si sfilerà in città e si manifesterà in piazza Brà. Nei prossimi giorni si preciseranno meglio i modi e le forme. Però è importante che sabato prossimo (17 maggio) a Verona ci sia una grande giornata unitaria di lotta. Perché altrimenti diventerà difficilissimo opporsi a questa deriva di inciviltà.
Le forze che si preparano a sostenere il decreto anti-rom e antipoveri, recentemente hanno rivendicato il diritto di proclamare le radici cristiane dell'Europa. C'è un passo del Vangelo di Matteo, che riproduciamo, anche qui con delle piccolissime correzioni: abbiamo scritto «lavavetri» invece di «affamati», «rom» invece «assetati», «senza-reddito» invece di «ignudi» e «indulto» invece di «visita». Dice così quel passo del Vangelo: «Poi il Signore dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché volevo lavarvi i vetri dell'auto e non me li avete fatti lavare; perché ero rom e mi avete scacciato; ero forestiero (clandestino) e non mi avete ospitato, non avevo un reddito e mi avete espulso, ero in carcere e non volevate concedermi l'indulto...
Ed essi risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto rom o clandestino, o senza reddito, o carcerato e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: in verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli non l'avete fatto a me».
Già un'altra volta, su "Liberazione" ho trascritto questo brano del Vangelo. Magari pensate che sono fissato. Semplicemente credo che quel brano del Vangelo sia la base della civiltà moderna. E certe volte mi chiedo: ma per i cristiani il Vangelo conta qualcosa? di Piero Sansonetti

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