giovedì 15 maggio 2008

Consiglio d'Europa: no ai commissari straordinari per i Rom

“La decisione di dotare i prefetti di poteri speciali per quanto concerne specificatamente la comunità rom e di istituire la figura di un commissario nazionale per gestire l'emergenza rom si fonda su pregiudizi e non fa che perpetuarli”. Questa l'opinione espressa da Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani presso il Consiglio d'Europa, secondo il quale con questi interventi tutti i rom vengono "trasformati" in criminali.
Per Hammarberg, la gestione dell'emergenza rom, così com'é stata delineata dall'Italia, “si fonda su pregiudizi e non fa che perpetuarli”. Inoltre, per il commissario, “entrare in un Paese, anche illegalmente, non può essere considerato un crimine” e quando si tratta di politiche dell'immigrazione, i Paesi dell'Unione europea “sembrano competere al ribasso”. Le forze di polizia, ha detto Hammarberg all'ANSA, devono ovviamente agire contro i criminali, “ma la loro azione non può essere organizzata in base al gruppo etnico a cui il trasgressore appartiene”.

“Purtroppo si assiste sempre più spesso al ricorso a temi xenofobi e nazionalisti durante le campagne elettorali e i politici sono poi costretti a mantenere le promesse che hanno fatto”. Lo afferma il Commissario per i diritti umani presso il Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, commentando le proposte fatte in materia di sicurezza dal ministro dell'Interno Roberto Maroni e destinate ad approdare al prossimo Consiglio dei ministri.
Hammarberg sottolinea all'ANSA che benché ogni Stato abbia il diritto di decidere chi lasciar entrare entro i propri confini, “entrare in un Paese non può essere considerato un crimine”. Quando si tratta di politiche sull'immigrazione, dice Hammarberg, “i singoli Stati della Ue sembrano orientati ad adottare politiche sempre più restrittive nella speranza di frenare i flussi migratori e dirigerli verso i Paesi che adottano politiche più soft”.
Ed aggiunge: “l'Unione europea dovrebbe avere un'unica politica sull'immigrazione ma questa dovrebbe basarsi sul rispetto dei diritti umani”. Per quanto riguarda i movimenti dei cittadini dei Paesi membri della Ue all'interno dell'Unione, Hammarberg afferma che “il nervosismo e l'isteria riguardo a questi spostamenti sono ingiustificabili”.
Anche la proposta di introdurre un test del Dna per monitorare i ricongiungimenti familiari non incontra il favore del commissario per i Diritti Umani. "Questo approccio non tiene conto, per esempio, di tutti quei bambini che rimasti orfani non vivono più all'interno della loro famiglia biologica ma in un nuovo nucleo familiare". Non sempre il rapporto è puramente biologico, e “investire così tanti soldi in test di questo genere dirotta le risorse nel posto sbagliato”, avverte Thomas Hammarberg.

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