giovedì 15 maggio 2008

Maroni, no ad espulsioni di massa

Pacchetto sicurezza all'esame del Colle, mentre - tra le misure - spunta l'ipotesi di maxi pattugliamenti misti forze di polizia-esercito nelle città. Purtroppo l'idea del commissario all'emergenza rom fa proseliti, tanto che, dopo Milano, la nuova figura sarà istituita anche a Roma e Napoli, mentre il sindaco di Torino l'ha richiesta.
La marcia a tappe forzate imposta dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, per portare il testo (un decreto legge e alcuni disegni di legge) domani all'attenzione del premier Berlusconi e mercoledì al Consiglio dei ministri di Napoli, è passata per il Quirinale.
"Sto andando dal presidente della Repubblica - ha annunciato Maroni al termine dell'incontro con il suo collega romeno Cristian David - per illustrare le misure che stiamo per prendere sulla sicurezza e per sentire il suo parere".
E il parere del capo dello Stato su provvedimenti che modificano le norme penali, è fondamentale, anche se formalmente non richiesto. Solitamente l'auspicio del Colle - fatto presente anche al precedente Governo che si apprestava a varare un pacchetto analogo - è quello di evitare che questo tipo di misure siano varate con lo strumento del decreto legge. Sembra che oggi non ci sia stata una contrarietà, da parte di Napolitano, ad utilizzare la via del decreto legge per alcuni provvedimenti, quelli che potrebbero avere i requisiti di straordinarietà ed urgenza. E, a quanto pare, parte delle misure, come l'introduzione di alcuni nuovi reati, è ancora oggetto di riflessione, tanto che potrebbe anche non rientrare subito nel pacchetto.

Uno degli interventi più importanti è l'introduzione del reato di immigrazione clandestina, che, così come le espulsioni più facili, il giro di vite alla Gozzini ed altro, potrebbero seguire la strada del disegno di legge, mentre nel decreto potrebbero trovare spazio norme come l'introduzione del visto anche per gli extracomunitari che intendono soggiornare in Italia per meno di tre mesi, la stretta sui ricongiungimenti familiari (ma senza l'esame del dna), la restrizione alla circolazione sul territorio da parte dei richiedenti asilo, l'allungamento da 60 giorni a sei mesi dei tempi di trattenimento nei Cpt, l'allontanamento per chi non riesce a dimostrare di trovarsi in Italia da meno di tre mesi. Da parte sua, Maroni si è detto tranquillo.
"Le critiche - ha spiegato - sono utili, perché ci aiutano a prendere provvedimenti giusti, ma alcune sono bizzarre, altre infondate, come quelle che parlano di espulsioni di massa o di riduzione della possibilità di chiedere asilo". Per il ministro è stata un'altra giornata convulsa: ha incontrato rappresentanti di Regioni, Comuni, sindacati, l'ambasciatore libico ed il ministro romeno, prima di salire al Quirinale. Con la Romania è stata formata una commissione paritetica per risolvere le questioni interpretative in materia di circolazione delle persone; sarà inoltre rafforzata la cooperazione tra le due polizie e già da lunedì prossimo 15 agenti romeni saranno in Italia per costituire delle task force con gli investigatori italiani. Il ministro romeno ha comunque sottolineato che "una soluzione poliziesca da sola non è sufficiente, deve essere accompagnata da un metodo che affronti i problemi in modo sociale". Nel frattempo, si delinea il contributo delle forze armate al pacchetto. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa ha parlato di un disegno di legge che preveda dei mega-pattugliamenti misti nelle grandi città con funzioni soprattutto di deterrenza.
"Un pattugliamento terrestre - ha spiegato - cui l'esercito può contribuire, magari utilizzando personale in esubero, ma affidato essenzialmente a carabinieri, vigili urbani e polizia: potrebbero essere impiegate, dalle 18 alle 2 di notte, un centinaio di squadre composte da cinque persone ciascuna". Sul fronte contrasto all'immigrazione clandestina, infine, l'ambasciatore libico ha assicurato a Maroni che sarà presto operativo l'accordo Italia-Libia che prevede l'avvio di pattugliamenti congiunti nelle acque territoriali libiche per contrastare il traffico di immigrati clandestini.

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