“L'Italia è fino ad ora l'unico Paese che non ha chiesto fondi europei per programmi di integrazione dei rom: il governo Berlusconi li chiederà subito, come ha fatto la Spagna che ha ottenuto 60 milioni di euro negli ultimi cinque anni”. Lo ha annunciato Franco Frattini, in un'intervista rilasciata ai giornalisti che lo hanno accompagnato a Lima per il vertice Ue-America Latina e Caraibi.
Il ministro degli Esteri ha riferito di aver chiarito con il primo ministro romeno, Calin Taricenau, che in materia di immigrazione le politiche del governo italiano rispetteranno le norme europee. Si tratterà, in futuro, di "recepire parti non recepite" di direttive europee e "rafforzare la collaborazione bilaterale con i Paesi comunitari di origine".
In particolare, Frattini pensa ai pattugliamenti misti italo-romeni, all'accordo tra Roma e Bucarest sul rimpatrio di coloro che commettono reati e all'applicazione di una legge romena, in vigore dal 2005, in base alla quale i romeni espulsi da un altro Paese comunitario possono essere soggetti a limitazione nella circolazione.
“Tutti questi provvedimenti stanno dentro il quadro europeo”, ha chiarito il titolare della Farnesina. Altre proposte riguardano accordi cooperazione bilaterali, per esempio tra Comuni. Frattini ha citato il caso del Comune di Milano che ha mostrato "interesse" per l'avvio di intese con Comuni romeni, che prevedano l'avvio di "programmi di sviluppo" per aiutare i rom a tornare in Romania.
Questo tipo di proposte - che potrebbero essere estese anche a Roma - comportano "due vantaggi": senza bisogno di ricorrere alle espulsioni di massa, si procede al rimpatrio di un consistente numero di persone, si favorisce il rientro in Romania di una comunità di persone che vengono da quella regione e li si aiuta economicamente.
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