Istituzione del reato di immigrazione clandestina: questa la proposta del neo ministro degli Interni Roberto Maroni, nell'ambito del nuovo decreto sulla sicurezza che dovrebbe essere presentato al primo consiglio dei ministri, previsto per la fine della settimana prossima. Il ministro chiederà anche più risorse per fronteggiare i tagli pari a circa due miliardi dell'ultimo anno. Ma le prime reazioni non sono state di certo positive.
Tra la prime, arriva quella del vice presidente del Senato, Emma Bonino, intervistata stamane da Radio Radicale: "Occorre avere la capacità di dire alla gente che questi sono temi complessi, sui quali non si può dire "interveniamo in acque internazionali", perchè - come dice la parola stessa - si chiamano acque internazionali, e lì si può intervenire solo per salvare le persone, non per "fermare" chicchessia. E allo stesso modo non si può procedere - come è giusto che sia - ad espulsioni di massa, ma si deve procedere caso per caso, così come non è pensabile una sospensione mirata dell'accordo di Schengen, non lo si può fare unilateralmente nè rispetto ad una sola nazionalità. L'introduzione del reato di immigrazione clandestina", ha continuato Bonino, "mi sembra un'altra idea balzana. E' ovvio che se l'immigrazione è clandestina si è violata una legge, ma il reato specifico mi pare non configurabile, oltre che con discutibili effetti pratici."
"Senza contare che un nuovo reato non si introduce per decreto, questo accade nelle dittature, in democrazia funziona in maniera diversa. Vorrei però soprattutto ricordare a tutti le grandi file di lavoratori clandestini, appunto, che sono andati a depositare i loro dati alle Poste per ottenere l'assunzione regolare. Allora ne furono regolarizzati 170 mila, il che vuol dire che in Italia abbiamo ancora circa 600 mila immigrati clandestini. Clandestini che però già lavorano. Che facciamo? Li mettiamo tutti in un Cpt, li espelliamo tutti? C'è solo da augurarsi che un pò più di sangue freddo, dopo questa moratoria dell'intelligenza, torni a regnare. Forse un pò di storia aiuterebbe a ricordare che quando - nella nostra storia - si è passati alla demonizzazione di una intera etnia non è stato un gran bel periodo. Si rischia di fare valanga, e poi - se anche si tenta di tirare il freno - non è detto che si riesca. C'è da augurarsi che le parole sagge di Pisanu, e so anche di altri, prendano piede in Parlamento. E che da parte nostra si riapra un dibatitto serio sull'immigrazione", ha concluso la vicepresidente del Senato. Continua a leggere…
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