Il Comune di Milano ha annunciato oggi che il capoluogo lombardo ospiterà il campionato del mondo di calcio per senzatetto nel 2009.
La manifestazione, che si disputa ogni anno in una città diversa, è un torneo di calcio da strada a cui partecipano decine di squadre composte da persone che hanno avuto difficoltà abitative o hanno sofferto di situazioni di emarginazione in generale.
"I giocatori di ogni paese rappresentato hanno un passato difficile di emarginazione", ha detto Andrea Canfora dell'associazione Milano Myland, responsabile locale per l'organizzazione del campionato. "L'obiettivo della manifestazione è sfruttare il potere del calcio di cambiare le persone".
Secondo uno studio fatto dalla Homeless world cup, l'associazione che nel 2003 ha ideato la manifestazione, il campionato ha un effetto estremamente positivo sui partecipanti: il 77% dei giocatori ha dichiarato che vivere quest'esperienza ha cambiato in positivo la sua vita, il 40% ha detto che dopo è riuscito a migliorare la propria situazione abitativa e il 38% a trovare un lavoro dignitoso.
All'edizione del 2009, parteciperanno 64 nazionali diverse con oltre 700 giocatori, che si affronteranno per otto giorni nel mese di settembre su campi appositamente studiati e montati all'interno dell'Arena del parco Sempione.
Il calcio da strada si gioca in quattro contro quattro su un terreno sintetico lungo circa 20 metri con piccole porte e bordi rigidi che delimitano il campo rendendo possibile il gioco di sponda.
Avendo vinto già due edizione della coppa, nel 2004 a Gotheborg in Svezia e nel 2005 a Edimburgo in Scozia, l'Italia spera di riconquistare il titolo anche quando giocherà in casa. La sfida sportiva, infatti, è parte integrante dell'obiettivo sociale della manifestazione.
"L'importante è avere un obiettivo nella vita", ha ricordato il calciatore francese Eric Cantona nel video di presentazione della Coppa del mondo dei senza fissa dimora mostrato alla conferenza stampa organizzata dal Comune di Milano.
Un pensiero confermato da Bogdan Kwappik, allenatore polacco della nazionale italiana.
"La squadra italiana è nata cinque anni fa in un campo rom della periferia di Milano fra gente che aveva pochissime prospettive nella vita", ha detto Kwappik intervenendo alla conferenza stampa.
La nostra nazionale dei senzatetto è composta da immigrati e italiani riuniti nell'associazione Nuova multietnica, che si batte per il rispetto dei diritti delle minoranze attraverso l'educazione e lo sport.
Con sudamericani, nordafricani, asiatici ed europei che giocano insieme, la squadra rappresenta un crogiolo di culture che condividono una passione per il pallone e un passato difficile.
"Il clima che si crea durante gli allenamenti e nello spogliatoio è la cosa fondamentale", ha detto Kwappik. Dandosi un obiettivo, molti ragazzi sono riusciti a ritrovare la fiducia in sé stessi e ad aiutarsi fra loro. "Si è creato un clima di grande solidarietà e tutti si scambiano informazioni e consigli su come uscire da situazioni difficili", ha aggiunto.
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