Anche oggi Napoli e la Campania hanno dovuto registrare un atto di intolleranza nei confronti dei Rom. Lo ha detto il presidente della Regione, Antonio Bassolino, in un intervento sul suo blog.
"Oggi a Ponticelli qualche delinquente ha incendiato uno dei campi rom risparmiati dalle fiamme dei giorni scorsi. Ancora una volta siamo chiamati tutti a fare i conti con un'esplosione di intolleranza gravissima, che dopo tante giuste polemiche e denunce, e dopo anche assurde giustificazioni, continua a covare sotto la cenere di quei roghi.
Innanzitutto dobbiamo impegnarci per evitare che si scateni nuovamente quella violenza. Dopo gli attacchi e la fuga dei nomadi da Ponticelli, rischiamo infatti di vedere quelle tensioni trasferirsi in altre zone della città, magari già afflitte da situazioni di degrado".
Il governatore ha inoltre scritto che la Regione ha convocato un tavolo a cui, oltre a rappresentanti della Prefettura, del Comune e della VI Municipalità, partecipano Opera Nomadi, Sant'Egidio e Caritas.
"Per trovare risposte adeguate alla questione l'assessorato alle Politiche sociali ha attivato due gruppi di lavoro, uno per le problematiche logistiche, uno per quelle giuridiche. Da un lato - spiega - si tratta di individuare aree o strutture disponibili per accogliere gli insediamenti in modo dignitoso. Dall'altro vanno sostenuti legalmente, prima di tutto, coloro che giungono qui da Paesi in cui sono oggetto di discriminazione e persecuzione. Bisogna fare in fretta e collaborare per garantire accoglienza e sicurezza".
Emergenza della quale ha parlato oggi telefonicamente con il ministro dell'Interno, Roberto Maroni per "uno scambio di informazioni e di idee in relazione alla prossima ordinanza di Protezione Civile che nomina il prefetto Pansa commissario ai Rom".
Bassolino aggiunge che "per andare avanti in modo giusto, accanto alle attività del Commissariato, saranno indispensabili politiche attive del Governo e di tutte le istituzioni locali, iniziative delle associazioni e del volontariato, un forte investimento sulla scuola come grande luogo di dialogo e di inclusione. Un luogo in cui i nostri figli costruiscano assieme ai figli dei cittadini immigrati e, sempre di più, assieme ai figli dei Rom una società più aperta e consapevole di quella in cui viviamo noi".
"Negli occhi - conclude - scorrono ancora le immagini dei bambini Rom spaventati davanti alle fiamme, i loro volti impauriti e, per contrappunto, le brutte facce rabbiose ed invasate di teppisti e di camorristi che infierivano sugli accampamenti. Quelle immagini tolgono il respiro. Facciamo in modo che non accada mai più".
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