mercoledì 28 maggio 2008

Napoli, nelle polemiche ancora le fiamme

Ancora fiamme in un campo rom di Ponticelli. Stamattina vandali hanno dato fuoco all'insediamento situato in via Virginia Woolf, che era stato abbandonato dopo i progrom delle scorse settimane
Nell’insediamento fino a questa mattina si potevano notare le baracche costruite con una certa perizia, ora terreno da caccia per i ratti, in cui restano oggetti di vita quotidiana sistemati in bell'ordine o in completo caos. Quaderni, videocassette («Palermo Milano solo andata», «Il Tagliaerbe», «Titanic»), un vangelo in romeno; i tavoli da cucina spesso infiorettati.
Sulla tettoia in lamiera di un tugurio fa bella mostra anche una parabola satellitare. Il campo è stato nei giorni scorsi anche saccheggiato, soprattutto perché si è aperta la «caccia» ai filamenti di rame, strappati anche dai phon e dalle televisioni. Un campo «congelato» al momento della fuga che somiglia a una sorta di moderna e malinconica «Pompei rom».
Intanto continuano le polemiche sulle esternazioni e sui temi degli alunni di una scuola elementare che nei componimenti hanno dato in molti casi piena adesione alla rivolta contro «gli zingari». Il fatto è stato apertamente stigmatizzato dall'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, che ha definito «spaventoso» l’episodio dei temi.
Il porporato è intervenuto alla presentazione del libro «Il caso zingari» presso la Pontificia università Agostinianum. «Questo episodio è spaventoso perché fa capire che c’è un certo estremismo ideologico che riesce a colpire anche nelle menti dei bambini». Ai giornalisti, poi, il cardinale ha confidato: «Quelli di Ponticelli non sono bambini, sono adulti cresciuti improvvisamente». «L’unica presenza nei campi rom dell’area di Napoli in tutti questi anni - ha poi denunciato il cardinal Sepe - sono state unicamente quella della Chiesa e quella della Comunità di Sant’Egidio».

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