martedì 27 maggio 2008

Napoli, alunni di Ponticelli: bene i campi rom bruciati

Lo hanno scritto e lo hanno anche ribadito: "La gente ha fatto bene a bruciare i campi rom di Ponticelli". In alcuni casi, a quei raid, hanno anche preso parte ed ora, alunni di età tra i 9 anni e gli 11 anni, proprio del quartiere di Napoli, Ponticelli, dicono "Non se ne sono andati con le buone, abbiamo dovuto incendiare i loro campi".
Che siano pochi o molti ad averlo scritto nei temi, dice Mariano Coppola, il vicepreside della scuola coinvolta, l'istituto comprensivo San Giovanni Bosco, "poco importa, è grave anche se è stato uno solo ad averlo detto". "Dietro le frasi dei nostri alunni, ci sono gli adulti, le famiglie - dice il vicepreside - i ragazzi hanno raccontato di aver preso parte a quei raid e, dopo tutto quello che hanno visto, hanno anche ribadito la loro posizione".
"Non tutti, sia chiaro, hanno detto di approvare quei gesti di violenza", dice il vicepreside. Del resto in quella scuola, fino a poco tempo fa c'erano anche alunni rom "e mai sono stati oggetto di azioni di intolleranza".
Ed infatti, i disegni degli alunni della scuola lo confermano. Ci sono case che fumano, gente che lancia bottiglie incendiarie e scritte come "abbiamo sbagliato, aiutiamoli", "non bruciamo le speranze di chi ne ha ancora"; "siamo uguali anche vivendo in mondi diversi"; "nessuno ha diritto di uccidere".

Solidarietà, dunque, voglia di fare qualcosa per i coetanei rom come ha scritto nel suo tema Anna che per risolvere il problema ha pensato a dei "parchi europei che dovrebbero funzionare come piccole società". In tanti dicono: "I rom possono restare ma devono lavorare, devono rispettare i bambini". "Non gli chiediamo di fare lavori duri, possono sopravvivere con qualsiasi attività, basta che non sia illegale", dice Francesca.
Ma in quei temi c'é anche altro: condivisione di violenze e accuse. "Hanno fatto bene - ha scritto Giuseppe - visto che non se ne sono andati con le buone, abbiamo dovuto usare le maniere forti". E poi Ugo: "Non siamo razzisti, ma loro si sono presi troppo la mano e quindi noi abbiamo dovuto incendiare i loro campi".
"I residenti - dice Francesco - sono stati eccessivi ma forse hanno ragione perché sono stati lasciati soli. Ora che il problema è stato sollevato, lo Stato intervenga per risolverlo". Ed ancora, Serena: "La gente ha fatto bene a bruciare i campi rom perché abbiamo già troppi problemi e ci bastano. Lo Stato potrebbe far costruire alcuni palazzi solo per i rom". Temi, questi, che per don Tonino Palmese, responsabile campano di 'Libera', associazione contro le mafie, "sono segnali da non sottovalutare". "Certo, non si può ancora parlare di intolleranza - spiega - ma può diventarla sulla base di discorsi qualunquisti".

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