martedì 27 maggio 2008

Pesaro, cresce la psicosi rom ma il Comune rassicura con parole razziste

Da giorni i centralini delle forze dell’ordine sono subissati da chiamate che segnalano la presenza di rom per le vie pesaresi: "C’è uno zingaro che cammina vicino a casa mia. Venite alla svelta''. Un altro: ''Fate un giro dalle parti di via Cimarosa, ci sono due nomadi che chiedono l’elemosina ma intanto addocchiano le case''. E soprattutto: ''Questi sono sempre agli incroci, fate qualcosa per mandarli via''. Centralini di polizia, carabinieri e giornali pieni di segnalazioni di questo tipo.
Succede da giorni e la frequenza sta aumentando. Significa che i cittadini non guardano più distrattamente il passaggio di “nomadi” ma li seguono. Dice l’assessore ai servizi sociali Marco Savelli: ''Qui a Pesaro i nomadi non attecchiranno mai. E sapete perché? Non c’è acqua per quei pesci, perché qui la gente lavora. Le relazioni si costruiscono solo col mondo del lavoro perché Pesaro è una città calvinista a differenza di altre. Il nomade non ha un terreno di cultura a lui favorevole perché anche lo straniero che abita qui, ha un lavoro o lo cerca attivamente. Quindi il nomade non trova sponde da nessuno, e se ne va in fretta o viene allontanato''.

La gente che telefona a ritmo serrato ai numeri di polizia e carabinieri per segnalare il passaggio degli zingari che cosa significa, che cosa sta a dimostrare? ''E’ una psicosi generata dalla percezione di minaccia e di insicurezza. In assenza di certezze sul piano del reddito, delle garanzie per la propria vita l’immediata ricaduta è su coloro che rappresentano una minaccia. Un ruolo importante è quello dei media che amplificando la situazione, può portare alle ronde o alle missioni punitive come quelle di Roma. Gli amici spagnoli secondo me non hanno sbagliato del tutto a definirci razzisti''.
''Io sono convinto che alla gente che ha paura di ritrovarsi zingari dentro casa, che rovistano nei cassetti, va data una risposta. Ma al pari di altri che delinquono. Se arriviamo invece a stabilire il concetto che lo straniero, nomade o no rappresenti sempre un pericolo, allora stiamo debordando. Ed è un fenomeno drogato che sono in tanti ad alimentare. Secondo me, la vera paura deve arrivare da quello che è successo qualche giorno fa all’imprenditore Signoretti: una bomba e gli spari contro la fabbrica e la casa''.
''Questo è un fatto che deve spaventare veramente. E non credo che siano stati i nomadi. Oggi i padri temono per il futuro dei loro figli come non mai in passato, quando invece sognavano per loro solo condizioni migliori. Ma sono paure immotivate. Va ricostruita una strada che permetta di ritrovare una sicurezza sociale ed economica in nome di una convivenza civile che invece si sta sfilacciando''.

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