Non cerca di nascondersi dietro un dito Giuseppe Russo, consigliere regionale del Partito democratico. Rivendica anzi un ruolo di primo piano nell'ideazione e nella stesura del manifesto intitolato «via gli accampamenti Rom da Ponticelli!», firmato appunto dal Pd. Ma l'esponente democratico si diffonde anche a spiegare il vero significato di una scelta forte che ha suscitato la reazione indignata del governatore Bassolino. Quest'ultimo ha, infatti, bollato il manifesto come «un messaggio sbagliato e inaccettabile perché vi sono limiti da non superare».
Dietro quel manifesto, insomma, c'è lei?
«Il manifesto è il frutto di una discussione avvenuta all'interno della sede del Pd di Ponticelli e, quindi, anche del mio personale contributo».
Risponda allora al governatore Bassolino che ha definito l'iniziativa «un pugno nello stomaco».
«Bassolino dovrebbe preoccuparsi di quanti pugni e quanti calci ha dato lui alla città di Napoli e, in particolare, a Ponticelli. Se c'è stato uno sconfinamento questo non è avvenuto a causa di un manifesto che ha rappresentato le continue, reiterate, inascoltate richieste per assicurare, soprattutto ai Rom, condizioni di maggiore civiltà. Se si è arrivati a tanto i colpevoli, oltre a quelli che materialmente hanno compiuto gli atti ignobili che conosciamo, sono anche tutti quelli che hanno determinato ritardi intollerabili».
Viene spontaneo chiederle in che luogo si potrebbero garantire ai Rom condizioni di maggiore civiltà.
«Non amo le provocazioni, ma proprio dovessi farne una, direi che il parco Virgiliano presenta condizioni di accoglienza superiori a quelle offerte dalla periferie».
Cosa vede dietro la protesta?
«È stata una jacquerie, una protesta fine a se stessa da parte di chi non crede più alla possibilità di uno sbocco. È stata il frutto della disperazione di una comunità che non vede nessuna forma di Stato, né di tutela. È stata il frutto dell'insostenibilità di quotidiane e spicciole illegalità, ingigantita dalla paura del presunto rapimento della bimba che si è trasformata in una vera e propria psicosi. D'altra parte, la presunta rapitrice non era lì per caso, visto che l'abitazione della bimba aveva un cancello e un portone ».
Sembra di capire che considera questa vicenda un dramma con tanti colpevoli?
«In un certo senso sì. Le responsabilità sono diffuse. Le hanno lo Stato, il Comune, la prefettura, i Rom stessi. Perché non sappiamo chi di questi ultimi lavora e chi no, chi ha diritto di restare e chi no? E questo nonostante l'azione generosa delle associazioni di volontariato che, tuttavia, non possono surrogare in nessun modo l'opera dello Stato».
Non avverte il rischio di essere accostato ad alcuni esponenti della Lega?
«Sono tra quelli che hanno sostenuto l'idea della moschea a Ponticelli. Battersi per costruire nel quartiere condizioni di civiltà e per creare uno spirito di comunità nel rispetto delle regole, non mi sembra una posizione leghista. Se poi si vogliono effettuare semplificazioni strumentali, non posso farci niente».
A scanso di equivoci vuole specificare meglio il suo giudizio sugli autori dell'assalto al campo Rom?
«Quanto è accaduto è di una gravità inaudita. A nessuno in uno Stato che si considera ancora di diritto, è consentito anche solo di pensare di farsi giustizia da soli».
L'episodio si poteva evitare?
«Quanto accaduto era ampiamente prevedibile e sicuramente evitabile e rappresenta senza possibilità di remissione la cifra di quindici anni di amministrazione segnata da ritardi, inadempienze, errori e promesse non mantenute. Peccato che nessuna delle anime belle che adesso rilasciano accorate dichiarazioni di sdegno abbia fornito uno straccio di risposta pur avendo in materia competenza certa. Sono pronto a un confronto pubblico con chiunque avverta la responsabilità di affrontarlo».
4 commenti:
Buona sera, vi informo che abbiamo proposto un post per opporci alle manifestazioni e alle derive razziste del paese. Narriamo un po' della storia e della cultuar Rrom. Ci afrebbe piacere avervi parte attiva nel dibattito, sentire altre vostre storie e testimonianze.
Ci trovate qui:
http://blog2piazze.blogspot.com/2008/05/chi-ha-paura-di-dxomba.html
un cordiale saluto,
e c'è chi oggi scrive su "il giornale" che quella di ponticelli non è stato un'attacco razziata di matrice ideologica discriminatoria ma semplicemente una "rivolta"
vi prego un po' di pietà almenoper l'italiano...
ciao Donna Cannone, vi ringraziamo ma in questo momento siamo molto presi per arginare la situazione i diverse città italiane.
Penso anonimo che la verità sti nel mezzo, se oltre al titolo di questo articolo, chiaramente sulla falsa riga del "giornale" o di "libero" si evince che la situazione era carica da tempo per problemi vari.
Quello del presunto rapimento(fino alla cassazione si deve dire così se a commettere il reato è un rom, sucar docet) ..è stata la classica gocciolina.
che nei campi ci fossero rom, lombardi o ittiti cambiava poco, c'erano quelli che quotidianamente danno fastidio, che creano diversi problemi e che oltretutto si portano via i bambini...quindi la rabbia e la violenza.
Non sono cose accettabili, la violenza che ne è scaturita è assurda, ma si sa a Napoli queste cose sono accettate...basti vedere le analoghe proteste per la pattumiera, nel resto d'italia sarebbero volati i manganelli.
Pare però che dietro a questo ci sia la camorra...ora non so se questa vuol essere una giustificazuione di chi, smaltita la rabbia si rende conto dell'orrore che ha fatto, però se è vero è un ulteriore punto di riflessione.
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