In una Napoli invasa dall’immondizia con strade e marciapiedi inondati dai sacchetti, con i blocchi stradali, le colonne di fumo nero ecc, il 13 maggio 2008 scoppia l’ “emergenza rom”. Sembra l’inferno. Nessuna delle due “emergenze” è ovviamente un’emergenza ma il frutto di politiche sbagliate e/o di mancati interventi programmatici. Nemmeno a farlo a posta ancora una volta i “rifiuti” sono accomunati.
I fatti di questi giorni. Una donna accusa una ragazza rom di aver tentato di rubare sua figlia nel quartiere Ponticelli, la ragazza rom viene aggredita e rischia il linciaggio da parte di un gruppo di cittadini napoletani, la polizia ferma la ragazza che viene poi portata nel carcere minorile di Nisida.
L’episodio rimbalza sui media nazionali, cresce l’isteria per lo zingaro che ruba i bambini, un gruppo nutrito di persone di Ponticelli attacca i campi abusivi del quartiere, ci sono episodi di aggressione fisica e verbale, vengono lanciate molotov incendiarie e alcune baracche prendono fuoco. I rom si rintanano tutti in due campi, alcune volanti della polizia (poche) presidiano l’area. Sul luogo, alle 14 del 13 maggio c’è Michele Cocuzza per girare “la vita in diretta”. Si scatena il putiferio, in presenza della polizia vengono lanciate altre molotov e i campi continuano a bruciare. La folla è inferocita. I rom sono terrorizzati e reclusi. La polizia presidia i campi. La folla di napoletani controlla la polizia. I rom devono andare via.Arriviamo in serata e un poliziotto ci dice: “siamo rassicurati dalla vostra presenza, fino ad ora non si è visto un politico”. Alcune ore di discussione sul da farsi, arriva la protezione civile, “non ci sono soluzioni, né tende provvisorie, né chiese, né altro”, dicono. Non c’è spazio dove metterli al sicuro. di Francesca Saudino, continua a leggere...
1 commento:
Solo una piccola precisazione… il Piano di Recupero Urbano di Ponticelli, negli ultimi giorni 30 milioni in appalto fra opere di urbanizzazione e costruzione di alloggi, non è la sola cosa a cui guardare. Nell’area di uno dei campi bruciati verrà costruito il “Palponticelli” che rientra, invece, nel Piano Strategico della Città. Guarda caso il 14 maggio, giorno in cui il Gip Anna Cappelli convalidava l’arresto di Angelica, il Dirigente del Dipartimento Infrastrutture di Trasporto del Comune di Napoli, Elena Carmelingo, disponeva un sopralluogo, programmato da tempo, da parte dei Tecnici comunali, al fine di verificare la situazione viaria nel suo complesso, in previsione dell’opera che si andrà a realizzare. Difatti, entro l’estate dovrebbe essere approvato il progetto definitivo che darà via ai lavori di costruzione della struttura (140 milioni di euro) che saranno eseguiti dalla Palaponticelli S.r.l. Cosa sia questo Palponticelli non è chiaro se anche all’interno del Consiglio Comunale si sollevano molte perplessità. Molto ma molto brevemente. La Palaponticelli Srl ha un capitale sociale di soli 2500euro e per chi mastica un poco di Amministrazione Pubblica già questo è un problema serio, sembra una Società costituitasi per l’occasione. Dubbi vengono avanzati anche sull’utilizzo della struttura che parrebbe essere destinata ad ospitare eventi musicali ma su una superficie di 84.000 metri quadrati, dal basso valore commerciale ma subito dopo l’acquisizione da parte della Società riclassificati come zone di pubblica utilità ed edificabili, solo 11.000 sono destinati alla Sala concerti e 44.000 al Centro Commerciale. Che si tratti della ennesima speculazione? Non lo sappiamo. Certo che il “rapido” intervento del clan Sarno, l’affissione nei giorni della vergogna di manifesti del Partito Democratico per la cacciata dei Rom, le posizioni estremamente “intransigenti” assunte dai tanti Comitati Civici, la stessa vicenda di Angelica… sono tutti elementi che lasciano pensare. In un Paese in cui si parla tanto (spesso a sproposito) di “Legalità” e “Sicurezza”, l’auspicio è quello che la Magistratura riesca, nel più breve tempo possibile, a fare chiarezza su questa triste vicenda ed, allo stesso tempo, che vengano attuate serie Politiche, che attraverso concrete azioni amministrative, consentano di guardare al futuro con maggiore ottimismo, partendo dal presupposto che in questo “villaggio globale” sono proprio i più poveri, gli indifesi, i disperati, gli emarginati da ogni cultura e società, ad avere maggiore bisogno di protezione. Qualunque sia la loro Etnia…
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