«Nessuno vuol dividere la stanza con una “zingara”. Basta chiedere in giro per sentire cosa dice la gente e la risposta sarà sempre la stessa. Con i “nomadi” nessuno vuole avere a che fare. Per cui è inutile scandalizzarsi».
A parlare è un medico dell’ospedale Santa Chiara. Commenta così quel che è accaduto qualche giorno fa, quando una rom, dopo aver partorito, è stata trasferita in una stanzetta messa a disposizione delle urgenze della clinica ospedaliera e di quella universitario di ostetricia e ginecologia del Santa Chiara.
Le partorienti e le neomamme non volevano stare con lei: per cui è stato necessario sistemarla altrove. Il tutto sarebbe accaduto lunedì. La ragazza, una giovanissima che ha data alla luce un bel bimbo, sano, è stata dimessa ieri mattina.
Una vicenda che però ha scandalizzato alcuni medici, soprattutto quelli più giovani, anche se i dirigenti delle cliniche e i ginecologi impegnati dei parti la notizia l’hanno appresa dai giornalisti.
A gestire tutta la questione sarebbe stato il personale paramedico, ormai avvezzo a questo tipo di questioni.
«Hanno gridato al razzismo? - si chiede un’infermiera - Allora dovrebbero scandalizzarsi continuamente. Perché non è mica la prima volta che una cosa del genere accade. Succede spesso, tutte le volte che a partorire sono persone che vivono ai margini della società».
Fatto sta che lunedì la ragazza è arrivata in clinica universitaria, quella diretta dal professor Andrea Genazzani, per partorire, ed era insieme ad un nutrito gruppo di gente, come accade spesso. Una volta diventata mamma, l’hanno messa in camera con altre signore ed è scoppiato il finimondo.Una controversia gestita direttamente dal personale infermieristico, che alla fine, per evitare discussioni, ha spostato la ragazza in una stanza comune ai due reparti, quello ospedaliero e quello universitario. La cosa sembrava finita lì, ma l’episodio non ha mancato di suscitare sdegno, soprattutto in un gruppo di giovani medici specializzandi. La notizia quindi ha varcato le mura della clinica.
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