
Il documento cercherà di mettere in relazione - ha precisato - «tutte le politiche europee direttamente o indirettamente legate alle problematiche a cui la popolazione Rom è confrontata: dalla politica per l'accesso al lavoro a quella per favorire l'inclusione sociale, dall'insegnamento scolastico alla formazione, dal miglioramento della situazione sanitaria all'alloggio».
I Rom - ha aggiunto il commissario - sono presenti in diversi Paesi comunitari, e in Italia non sono i più numerosi. «Gruppi importanti si trovano, oltre che nell'Europa centrale dove sono presenti dal quindicesimo secolo, anche in Cecoslovacchia, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria, Romania, in Spagna e in altri Paesi». Proprio la Spagna, ha aggiunto, «può essere presa come esempio in quanto il suo programma di integrazione dei Rom denominato "Accedere" ha dato e sta dando buoni risultati nell'ambito del Fondo sociale europeo».
L'obiettivo della comunicazione della Commissione europea, che sarà successivamente discusso dal Consiglio dei ministri dell'Ue, è anche quello di conoscere meglio una popolazione su cui esistono poche informazioni sicure: secondo alcune stime sono otto milioni, altri parlano di quattro milioni. Spidla dice a tutti gli Stati membri: «Se si utilizzano in modo equilibrato tutti gli strumenti dell'inclusione sociale, raggiungere buoni risultati è possibile».
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