venerdì 6 giugno 2008

8 giugno, tutti a Roma al corteo antirazzista

Domenica 8 giugno, a partire dal Colosseo un corteo antirazzista sfilerà per le vie di Roma, per gridare “no” a nuovi genocidi. “Fermiamo il genocidio culturale” è la prima manifestazione in Italia promossa da associazioni di Rom e Sinte con il sostegno di associazioni di volontariato, artisti, intellettuali, docenti italiani (tra i firmatari Pier Virgilio Dastoli, Gianni Vattimo, Rita Bernardini, Gian Antonio Stella, Carla Osella, Alberto Asor Rosa, Marco Revelli, Pap Khouma).
La giornata vuole essere un'occasione per interrompere il silenzio sugli atti discriminatori nei confronti di Rom e Sinti, ma anche per ragionare sulla costituzione di una Consulta nazionale Rom costituita dalle 19 associazioni Rom e Sinti aderenti alla Federazione nazionale e da tutte le altre associazioni che vogliano confrontarsi e lavorare rispetto al tema dei diritti delle popolazioni Rom e Sinti in Italia.
In questi giorni, infatti, si susseguono i segnali di una maturazione dei Rom e Sinti nel desiderio di partecipazione in prima persona alle decisioni che li riguardano, senza passare necessariamente attrraverso il filtro delle associazioni di volontariato e assistenza che storicamente li hanno finora rappresentati.
La manifestazione di Roma è promossa in prima persona da Alexian Santino Spinelli (in foto), musicista Rom, docente delle Università di Torino, Trieste, Chieti. Qui di seguito le sue "dieci idee per migliorare la situazione dei Rom e Sinti in Italia":

1) La sicurezza e la legalità vanno garantite a tutti, Rom e Sinti compresi.
2) Ristabilire la legalità riguardo la palese violazione dei più elementari diritti umani nei confronti delle diverse comunità romanès in Italia, costrette a vivere in condizioni disumane e fortemente discriminate in netto contrasto con la Costituzione Italiana, con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e con le normative europee ed internazionali.
3) Smantellare i campi nomadi, che sono pattumiere sociali degradanti e frustranti, centri di segregazione razziale permanente ed emblema della discriminazione. I Rom e Sinti non sono nomadi per cultura. La mobilità è sempre coatta e mai una scelta. Chi vive oggi nei campi nomadi ieri aveva le case in Romania o nella ex-Jugoslavia. Il 70% della popolazione romanì in Italia ha cittadinanza italiana e vive nelle case (l'arrivo risale al XV secolo).
4) Facilitare l' accesso alle case popolari con pari opportunità o sviluppare insediamenti urbanistici non ghettizzanti, facilitando anche l'utilizzo dei servizi pubblici. Favorire il più possibile l'accesso alla scolarizzazione, al lavoro e all'assistenza sanitaria alle famiglie di Rom e Sinti più disagiate.
5) Promuovere l'integrazione, anche attraverso i Fondi Europei, con programmi specifici riguardanti la popolazione Romanì per evitare la facile strumentalizzazione di far credere che l'integrazione dei Rom e Sinti in Italia passa attraverso le tasche degli italiani.
6) Arrestare il processo di demonizzazione e di criminalizzazione di un intero popolo. Sono i singoli che hanno un nome e cognome a sbagliare e che devono essere puniti e non l'etnia di appartenenza.
7) Promuovere la conoscenza della storia, della cultura, dell'arte e della lingua dei Rom e Sinti per combattere gli stereotipi negativi e favorire l'integrazione. Attualmente si dà in 99% di spazio mediatico alla cronaca e l'1% di spazio agli eventi culturali che pur si organizzano sull'intero territorio nazionale (Festivals, concerti, mostre, esposizioni, convegni, rassegne cinematografiche, concorsi letterari, etc). E' chiaro che questa disparità non può avere effetti positivi.
8) Prendere atto del palese fallimento dell' assistenzialismo delle associazioni di volontariato che si sono arrogate il diritto di rappresentare il popolo Rom. Si sperperano annualmente centinaia di migliaia di euro per progetti di scarso o nessun valore per i Rom e Sinti.
9) Creare una consulta in Italia di intellettuali Rom e Sinti che abbiano una esperienza internazionale sulle problematiche concernenti la realtà delle comunità romanès che possa favorire la mediazione nella risoluzione dei problemi sociali e politici.
10) Favorire il più possibile il processo di integrazione a coloro i quali dimostrano una chiara volontà di partecipazione sociale evitando di porre sullo stesso piano chi merita e chi delinque. I modelli positivi devono essere esaltati per essere una valida attrattiva per combattere l' esclusione sociale e l'emarginazione culturale.

4 commenti:

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

ciao Anonimo, sucardrom non condivide assolutamente le tesi assunte da Vattimo sulla questione israeliana-palestinese.
personalmente sono molto imbarazzato per l'adesione di Vattimo alla manifestazione di domenica e penso che sarebbe necessaria più attenzione.
credo però che il tuo commento sia intollerabile.

Anonimo ha detto...

n credo neanche valga la pena di spendere parole su chi partecipa o meno... questa manifestazione non sarà una manifestazione di UNA PARTE CONTRO UN ALTRA, ma a mio avviso una manifestazione in favore dell'umanità!!!
quindi che ci sia vattimo e che egli dica cose stupide sulla uestione palestinese-israeliana poco conta,,,

l'imporante sarà mettere in pratica tutto quello x cui si camminerà domani.. una volta tornati a casa...

dominguel

Anonimo ha detto...

Grazie, Carlo, per la tua netta presa di distanza dall'antisemita Vattimo (chi rivaluta - anche solo in modo provocatorio - i Protocolli dei Savi di Sion non può non essere definito tale).
Personalmente prendo anche le distanze da Angelo D'Orsi, instancabile fomentatore di odio nei confronti di Israele.
Aggiungo che chi ha pregiudzi verso gli ebrei non è un sostenitore credibile per la causa dei rom. Ebrei e Rom sono stati fratelli ieri - nei campi di sterminio - e lo sono anche oggi di fronte alla deriva razzista che investe l'Italia (e l'Europa).
T'avés baxtalò! Shalom!