giovedì 26 giugno 2008

Impronte digitali, c'è chi afferma: “i nomadi hanno accettato questo tipo di misura che è stata anche apprezzata"

Offre una sponda al Governo italiano la posizione espressa da Massimo Converso dell'Opera Nomadi di Roma nella polemica di queste ore sulla la raccolta delle impronte digitali della popolazione rom e sinta, minori compresi.
Converso ha affermato: “impronte digitali ai rom minorenni? Non è un problema in sé perché dove è già stato avviato il censimento, a Napoli, il prefetto sta semplicemente applicando la legge italiana che prevede che ogni straniero dia le impronte dai 14 anni in su”.
Secondo Converso “i nomadi hanno accettato questo tipo di misura che è stata anche apprezzata perché finalmente hanno ottenuto un documento di riconoscimento”.
Per fortuna Converso ha però qualche perplessità. Riguarda la costituzionalità di un “censimento fatto solo su una parte della popolazione straniera, i rom” di cui fra l'altro una decina di migliaia vivono in case, dal sud al nord del Paese, e molti sono cittadini italiani, quindi “parlare di ‘campi nomadi', come si fa normalmente, è una stupidaggine” così come è incomprensibile che si censiscano i rom di nazionalità italiana. Peccato che il messaggio passato in televisione sia un altro…

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