Gentile Sindaco, la ringraziamo per l’impegno che sta ponendo per la realizzazione di un habitat dignitoso a favore delle famiglie Sinte veneziane. Le polemiche che si sono sviluppate in questi giorni sono un’evidente strumentalizzazione ad un problema abitativo che vivono oggi in Italia tantissimi Sinti italiani.
Uno delle questioni di fondo che provocano l’attuale situazione italiana è la mancata partecipazione degli stessi Sinti e Rom alle politiche a loro rivolte e non solo. A questi Cittadini italiani è di fatto negata la possibilità di essere protagonisti pensanti per il nostro Paese. In relazione a molti altri Paesi europei il gap italiano in questo senso è veramente enorme.
Il mancato riconoscimento ai Sinti e ai Rom dello status di minoranze storiche linguistiche (Legge 482/1999) ha di fatto sancito una discriminazione che ha negato a queste popolazioni alcuni strumenti importanti per essere protagonisti nella vita italiana.
Siamo però rimasti stupiti dall’utilizzo strumentale, da parte di alcune persone che animavano il blocco dei lavori in via Vallenari, delle tesi elaborate anche dalle nostre associazioni: «il “campo nomadi” è un ghetto», «è una forma di segregazione razziale». La risposta che queste persone darebbero alla richiesta di un habitat dignitoso per le famiglie sinte veneziane sarebbe l’alloggio popolare: l’appartamento.
Questa soluzione abitativa è stata percorsa in tantissime Città del Nord Italia e non solo con risultati in molti casi disastrosi, soprattutto con i Sinti italiani. È anche vero che la stragrande maggioranza dei Rom italiani vivono in appartamenti ma è pur vero che in alcuni casi questi appartamenti sono inseriti in complessi residenziali dedicati esclusivamente agli stessi Rom, come a Cosenza e a Frosinone. La stessa cosa, in alcuni casi in maniera esclusiva, succede in molti Paesi Europei. Quindi non è certo la tipologia abitativa a creare la segregazione e la ghettizzazione.
È anche da evidenziare che quando le famiglie sinte o rom hanno l’assegnazione di alloggi popolari si innescano immediatamente le stesse ed identiche polemiche che oggi a Venezia animano i Comitati e alcune forze politiche. Ultimi esempi, in ordine tempo, Bolzano e Reggio Calabria. Le motivazioni reali sono sempre le stesse: il mio appartamento è deprezzato e/o cosa mi succederà se ho come vicina di casa una famiglia sinta o rom.
Inoltre, sottolineiamo che l’Italia è stata condannata dal Consiglio d’Europa per i “campi nomadi” che sono in condizioni igieniche sanitarie inaccettabili per la mancanza di acqua corrente, fognature, servizi igienici, spazi adeguati…
Certo il sogno di ogni Sinto, realizzato da molti nel Nord e nel Centro Italia, è quello di poter acquistare un piccolo appezzamento di terra dove poter vivere con la propria famiglia allargata ma è evidente che ai sogni bisogna “mettere le gambe” e questo non si fa in un momento. Ne sono ben consapevoli le stesse famiglie sinte veneziane come hanno dichiarato in diverse occasioni.
Lunedì 9 giugno si è tenuta una bellissima assemblea organizzata dalla società civile veneziana a cui hanno partecipato come protagonisti i rappresentanti delle comunità dei Sinti e dei Rom italiani. Una rarità in Italia che dimostra come a Venezia ci sia un’attenzione ed una sensibilità molto alta.
Insieme ai Sinti e ai Rom hanno parlato alcuni Assessori della Sua Giunta che ringraziamo per l’impegno e la passione che stanno mettendo da alcuni anni alle problematiche abitative che vivono le famiglie sinte veneziane.
In tutta questa vicenda la cosa che più ci ha colpito è che il Comune di Venezia ha costruito tutti i suoi interventi insieme ai Sinti e ai Rom veneziani. Il Comune di Venezia ha messo in campo il presupposto di base per superare le politiche di segregazione e ghettizzazione: la partecipazione diretta. Tant’è che alcune famiglie sinte, sette, hanno optato per l’alloggio popolare. Questo è un valore fondante della democrazia che purtroppo è oggi negato ai Sinti e ai Rom, in quasi tutta l’Italia.
In ultimo, crediamo assurdo intervenire attraverso slogan su progetti avviati con tanta fatica, senza conoscere a fondo le realtà territoriali, senza conoscere la volontà dei diretti interessati e senza essersi confrontati con gli stessi. Per queste ragioni Le chiediamo di continuare nei progetti intrapresi insieme alle famiglie Sinte e Rom veneziane
Carlo Berini (associazione Sucar Drom), Radames Gabrielli (Associazione Nevo Drom) e Nazzareno Guarnieri (associazione Rom Sinti e Politica), Federazione Rom Sinti Insieme
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