giovedì 5 giugno 2008

L’Europa si farà trasportare ancora una volta dall’Italia nel baratro della barbarie?

Nel dicembre 2006 a Opera, piccolo comune dell’Interland milanese, la Lega Nord e Alleanza Nazionale formano un presidio all’ingresso di un insediamento di Rom rumeni, allestito dalla Protezione Civile. Queste forze politiche chiedono la cacciata dei Rom rumeni. Il campo, allestito dalla Protezione Civile, alcuni giorni prima era stato bruciato da una folla di manifestanti, usciti dal Consiglio comunale. I Rom rumeni sono 76 persone, di cui una quarantina sono bambini, sgomberati da una baraccopoli a Milano. Alla fine le famiglie Rom cedono e vengono allontanate.
Pochi giorni fa, giugno 2008, a Mestre (Venezia) la Lega Nord ed un’esponente di Forza Italia formano un presidio che blocca l’inizio dei lavori per un villaggio destinato a quaranta famiglie di Sinti veneziani che vivono da decenni su un terreno di un sacerdote, senza bagni, fognature… Lo slogan utilizzato dalla Lega Nord è: «per il Sindaco Cacciari vengono prima i “nomadi” che i veneziani indigenti». Il Sindaco di Venezia, Cacciari cede alle proteste e blocca i lavori, dopo aver dichiarato di non voler recedere da quanto stabilito dal Consiglio comunale di Venezia dieci anni fa.
Tra questi due avvenimenti è passato un anno e mezzo in cui le popolazioni sinte e rom sono state calunniate, denigrate, insultate, offese… e in molti casi cacciate. Stiamo parlando di Cittadini italiani, Cittadini europei e Cittadini extracomunitari. L’elenco è lunghissimo ma provo ad elencare le province dove sono successi i fatti più eclatanti: Roma, Milano, Bologna, Napoli, Palermo, Livorno, Ascoli Piceno, Pisa, Pavia, Vicenza, Modena, Verona, Brescia…
In questa drammatica classifica non esiste una distinzione “politica partitica” che governi il centro-sinistra o che governi il centro destra la musica non cambia e il risultato in molti casi è la cacciata. Un sondaggio fatto da Renato Mannheimer ha infatti fatto emergere chiaramente che non esiste una grande differenza di vedute sulla questione sinta e rom tra gli elettori del centro destra e gli elettori del centro sinistra.
Ma è indubbio che due forze politiche si sono particolarmente distinte in questi mesi: la Lega Nord e Alleanza Nazionale. In particolare la Lega Nord ha “cavalcato” con forza la questione “immigrazione” con lo slogan: «padroni a casa nostra».

In questa situazione un ruolo fondamentale l’hanno giocato i media: quotidiani, settimanali, televisioni. Notizie tambureggianti e titoli a tutta pagina su reati compiuti da singoli che però generalizzavano un singolo comportamento a tutti i Sinti e Rom. Un esempio: se il sottoscritto è accusato di un reato compiuto a Verona, nessun quotidiano veronese titolerà la notizia: «mantovano ubriaco uccide quattro ragazzi». Al contrario se il reato lo compie un Rom, i titoli dei giornali evidenzieranno immediatamente l’appartenenza etnica: «rom ubriaco uccide quattro ragazzi». Ma non solo la stessa notizia sarebbe offerta ai lettori con un rilievo molto differente. Nella classifica ci sono dentro tutti i media ma è indiscutibile che il quotidiano “La Padania” e alcune televisioni locali nel Nord Italia si sono distinte.
In generale è comunque passato un messaggio che imponeva la tolleranza zero. Si ricordino in questo senso le parole di Berlusconi che in campagna elettorale ha affermato: «Tolleranza zero con rom, clandestini, criminali, con un no alla politica delle porte aperte e pene più gravi per i recidivi e introdurremo subito poliziotti e carabinieri di quartiere nelle città dai 15mila abitanti in su». Parole condannate da tutti gli organismi internazionali a partire dall’Onu ma che in Italia, al contrario di tutto il mondo occidentale, hanno avuto scarso eco sulla stampa e nei media in genere.
In tutto questo mai è stata data voce ai leader sinti e rom. Pochi, frammentari e deboli gli spazi offerti dalla politica e dai media alla voce dei diretti interessati e dei loro leader. L’unico giornalista, di livello nazionale, che da tempo ospita anche Sinti e Rom è Gad Lerner nel suo “L’Infedele” trasmesso da La7. Ma si sa lui è ebreo e conosce bene la storia.
Torniamo all’esempio di prima e proviamo a confrontare lo spazio offerto dai media a Marco Ahmetovic (condannato a sei anni di carcere per aver investito ed ucciso quattro ragazzi) o ai suoi famigliari o al suo avvocato e lo spazio offerto dai media ad un altro caso molto trattato dalla stampa e i media, per esempio il delitto di Cogne. Nessuno ha mai sentito la voce di Marco Ahmetovic, ne la voce dei suoi famigliari a cui sono state bruciate le case dove vivevano. Al contrario tutti hanno sentito la voce di Annamaria Franzoni, dei suoi famigliari, dei suoi famosi avvocati e anche di amici e sostenitori.
Tutto questo per fare emergere che oggi con le manifestazioni a Mestre contro dei Cittadini italiani il filo intessuto a partire dai fatti di Opera, un anno e mezzo fa, ha di fatto costruito una corda per impiccare le minoranze sinte e rom in Italia.
Lo slogan «padroni a casa nostra» non viene più utilizzato per Cittadini immigrati, comunitari ed extracomunitari, ma è utilizzato anche contro dei Cittadini italiani che vivono nel Nord Italia da seicento anni.
Purtroppo aveva ragione Bauman che ha descritto la società/cultura moderna. La società/cultura italiana può essere assimilata ad un giardino. il giardino è progettato da alcune persone che escludono altre persone dal partecipare allo stesso progetto.
Una volta ultimato il progetto del giardino abbiamo fiori, erbe, insomma le persone che si sono progettate il loro mondo... ora però è indiscutibile che in questa Italia e quindi anche nello stesso giardino esistono ancora le persone che non hanno partecipato al progetto.
Però “infestano” la perfezione progettuale ideata e quindi bisogna intervenire e qui entra in scena la politica e la burocrazia: “il giardiniere” che ha il compito di “estirpare” le erbe e i fiori che non entrano appunto nell'idea progettuale.
Questo è ciò che succede con i sinti e i rom. non hanno potuto partecipare all'ideazione del progetto del “nostro” giardino e quindi un “giardiniere” (per esempio Salvini a Milano) si “incammina” per il giardino per indicare quali siano le “erbe infestanti” da estirpare.
Come ho già scritto oggi il Italia sembra di vivere nella Germania nazista degli Anni Trenta, quando un piccolo uomo prima promosse la violenza. Poi annunciò ad una nazione che bisogna fermare le violenze e che lui è pronto a risolvere tutti i problemi, a partire proprio dai Rom. E fu eletto. Si aprì subito la “settimana contro la piaga zingara” che portò tutti i Sinti e i Rom ad essere rinchiusi in campi sosta sorvegliati. Poi si pensò di fare la mappa genetica di queste persone e alla fine tentò di sterminarli.
Serve oggi ricordare in Italia quanto è successo settanta anni fa? Non credo perché una nazione come l’Italia che si è lavata la coscienza con il sangue di pochi gerarchi in Piazzale Loreto e ha cancellato vent’anni di fascismo con tre anni di resistenza, è di fatto rimasta nel profondo razzista.
Se chiedi a qualche tuo conoscente dov’erano i suoi nonni o i suoi genitori durante il periodo tra il 1938 e il 1945, ti risponderà inevitabilmente: “aiutavano gli ebrei”. Non si capisce quindi chi abbia acclamato le leggi razziali, chi abbia allestito il concentramento e chi abbia spinto ebrei, sinti e rom sui treni per Trieste, Bolzano, Auschwitz, Bergen Belsen…
Ora rimane solo una domanda nel mio cuore e nella mia mente: l’Europa, l’Occidente si farà trasportare ancora una volta dall’Italia nel baratro della barbarie?
Carlo Berini, associazione Sucar Drom

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