Intervenendo a un incontro nella facoltà di Giurisprudenza di Roma Tre, il prefetto di Roma Carlo Mosca, commissario governativo per i “nomadi” per il Lazio, ha detto che nel censimento che sarà fatto nei “campi nomadi” di Roma non farà prendere le impronte digitali ai bambini rom e sinti. E quindi implicitamente afferma che la schedatura comunque sarà effettuata.
«Così come non si prendono le impronte digitali per il passaporto ai minori italiani così non si vede il motivo per cui bisogna farlo con i bambini rom», ha detto Mosca rispondendo ad un giornalista.
Il prefetto ha detto che nei confronti dei Sinti e dei Rom non si farà un'attività di «schedatura» ma di «ricognizione», fatta da personale della Croce Rossa, con l'obiettivo di conoscere diverse realtà fermo restando, nel caso si troveranno persone con problemi di giustizia, che si agirà di conseguenza. «Fermezza» ma nessun attività di discriminazione nei confronti dei Sinti e dai Rom, ha aggiunto Mosca.
Noi di sucardrom rileviamo che la Croce Rossa fu corresponsabile con i Governi tedeschi e italiani durante il Porrajmos, soprattutto in Italia che era di fatto un corpo militare. Questa organizzazione era a conoscenza di quanto succedeva, per esempio, ai bambini sinti ad Auschwitz-Birkenau ma dopo la “visita” i responsabili della Croce Rossa dichiararono: “nulla da segnalare, è un normale campo di lavoro”. La favola di essere stata ingannata dai nazisti e dai fascisti speriamo di non doverla sentire un’altra volta. Inoltre, anche se stimiamo il Prefetto Mosca lo avvisiamo che lo denunceremo se sarà fatta una «ricognizione» sui Cittadini italiani sinti e rom.
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