
Anna Pizzo, esponente di Rifondazione Comunista, e Consigliere segretario dell'Ufficio di Presidenza alla Regione Lazio, ha visitato un insediamento Rom nel quartiere Tiburtino. La Pizzo ribadisce che gli insediamenti spontanei o regolari dei Rom e dei Sinti dovrebbero essere superati, e che bisognerebbe trovare delle soluzioni abitative diverse per le settemila persone che vivono nei “campi nomadi”.
L'esponente di Rifondazione è contraria al censimento voluto dal ministro degli Interni Roberto Maroni: «E' soltanto una pressione psicologica e politica sui Rom. Questo è confermato dal fatto che i rom hanno paura in questo momento. La paura non è mai un sentimento democratico. Noi pensiamo di proseguire in questo giro dei campi, cercando anche di capire dov'è che faranno questi famosi censimenti, anzi schedature, perché è la parola giusta. Noi pensiamo di essere lì a fare un presidio democratico di fronte a queste schedature».
Contrario alla schedatura è anche Marco Brazzoduro, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Demografiche a La Sapienza: «Non ritengo che siano irregolari loro, ma che sia irregolare lo stato italiano. Non si può accettare che degli esseri umani stiano qui da trenta o quarant'anni e non abbiano, non dico la cittadinanza, ma nemmeno il permesso di soggiorno. Sono cittadini italiani di fatto, quindi il volerli considerare italiani o clandestini è commettere nei loro confronti una violenza, un'ingiustizia».
Decebal, abitante dell'insediamento Rom nel quartiere Tiburtino, è preoccupato per la schedatura avviata dal governo italiano. La schedatura è un ritorno al passato, è come ritornare «... a quello che è successo con gli ebrei, con i rom, al passato di Hitler e del duce Mussolini».
La maggior parte dei Rom, come ricorda Decebal, rispetta le leggi dello stato italiano, ma è quest'ultimo che non li prende in considerazione come cittadini italiani. Ci sono, ad esempio, molti ragazzi che sono nati Italia a cui è negata la cittadinanza italiana. Soltanto quando i Rom saranno riconosciuti come cittadini italiani, conclude Decebal «avremo dei reali diritti».
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