«L'inaugurazione della casa di legno per i rom nel campo nomadi Casilino 900, non era stata concordata con nessuno ed è stata subita dai cittadini come una provocazione. Controlleremo le carte e se mancano le autorizzazioni la rimuoveremo immediatamente». Queste le dichiarazioni del sindaco di Roma Gianni Alemanno sulla presentazione della casa di legno ieri mattina nel “campo nomadi” Casilino 900.
La "Casa di tutti" è un modulo abitativo alternativo ai container dei campi. Nata dalla collaborazione tra gli abitanti del “campo” e un gruppo di architetti e studenti dell'Università Roma 3. Due piani, 70 metri quadrati abitabili: la casa è realizzata interamente in legno. L'abitazione è costata circa 8 mila euro, finanziati dall'Università. Per ora, essendo un progetto pilota, la struttura accoglierà uno spazio gioco e studio per bambini, un laboratorio per il centro di medicina solidale e sarà sede di una cooperativa gestita dai Rom per risanare l'insediamento.
Il sindaco: non ho mai aderito. Al termine di un incontro in Prefettura con il comitato di quartiere di via Palmiro Togliatti Alemanno ha spiegato che «non ci sono carte che autorizzano, almeno a quanto ci risulta, questa costruzione. Io non ho mai aderito all'inaugurazione. Può anche essere un'ottima iniziativa ma quello non è il luogo più adatto per ospitarla».
Subito vigilanza, poi lo sgombero. Alemanno ha detto che il “campo nomadi” Casilino 900 verrà sgomberato: «Ci siamo impegnati a fare una ripulitura immediata del campo Casilino 900 per togliere tutti i materiali che vengono bruciati. Poi verrà sgomberato» ha assicurato il sindaco aggiungendo che «nel frattempo verrà attivato un servizio di vigilanza con la Prefettura e la Questura in attesa di avere una destinazione per i nomadi e poter rimuovere totalmente il campo, ma questo appartiene ai compiti del Prefetto in quanto commissario».
Prima dello sgombero Alemanno intende quindi decidere la nuova destinazione: «Nel frattempo metteremo il campo sotto controllo per evitare altri incendi». Erano stati proprio i continui roghi di immondizia e altro materiale a far scendere per strada, sabato sera, un gruppo di residenti di viale Palmiro Togliatti.
I cittadini: stop alla mobilitazione. Al termine dell'incontro con il sindaco, i rappresentanti del comitato degli inquilini di Torre Spaccata ha fatto sapere che la mobilitazione è per il momento terminata: «Siamo soddisfatti perché il sindaco Alemanno ci ha ascoltato immediatamente e ha preso l'impegno di sorvegliare il campo con le forze dell'ordine e di ripulirlo per poi nel medio termine di spostarlo - ha detto la rappresentante del comitato Annamaria Addante - Per il momento la nostra mobilitazione è finita perché dal sindaco e dal Prefetto abbiamo avuto garanzie. Se non verranno mantenuti gli impegni riprenderemo a settembre».
Inopportune le dichiarazioni di Santori. Alemanno ha poi ribattuto alle dichiarazioni del presidente della commissione comunale speciale per la sicurezza urbana Fabrizio Santori, che aveva parlato di «tentennamenti che stanno caratterizzando il censimento rom nella capitale». Affermazioni che il sindaco ha definito «premature e inopportune».
«Il campo di Tor de Cenci è una bomba esplosiva». Sostiene l'urgenza dello sgombero del “campo nomadi” anche l'assessore comunale alle politiche sociali Sveva Belviso: «Oggi sono venuta qui anche per chiederne lo sgombero immediato». ha detto al termine dell'incontro in Prefettura sul tema della gestione del campo Casilino 900: «Nel campo semi-attrezzato e non autorizzato - ha spiegato Belviso - ci sono 350 persone, la metà delle quali ha carichi pendenti o si trova agli arresti domiciliari». Per questo, la richiesta di sgombero alla quale il prefetto ha risposto con la necessità di avviare un censimento non previsto nell'immediato.
Belviso ha spiegato che «la volontà dell'amministrazione comunale è collocare, al termine del censimento, gli aventi diritto del campo mentre gli altri vanno espulsi».
Casa di legno, il coordinatore del progetto: «Siamo nella legalità». «Abbiamo ricevuto una notifica dei vigili urbani per quanto riguarda la documentazione», ha detto Francesco Careri, coordinatore dei progettisti dell'università Roma 3 che hanno realizzato la "Casa di tutti" al Casilino 900: «Abbiamo presentato la richiesta per la costruzione di un prototipo abitativo temporaneo a titolo espositivo, l'8 luglio scorso allo sportello unico per l'edilizia del Municipio VII - ha aggiunto - Ci stanno chiedendo una relazione tecnica, ma i documenti li abbiamo consegnati tutti in municipio. Ora ci approntiamo a consegnare entro 30 giorni dei documenti integrativi come richiestoci dall'ex circorscrizione».
Consiglieri del Pdl: la casa è abusiva. Due consiglieri municipali del Pdl, Emiliano Corsi e Sergio Paolelli, durante la presentazione della Casa di legno al Casilino 900 hanno mostrato un provvedimento dell'ufficio tecnico del Municipio VII, in cui si chiede a partire dal 25 luglio scorso la sospensione dei lavori della "Casa di tutti" per 30 giorni perché abusiva: «Manca l'atto d'obbligo a proprie cure e spese e dall'atto di fidejussione non risulta dimostrata la proprietà dell'area. È insufficiente la documentazione grafica e la relazione tecnica asservata». Queste le motivazioni contenute nel provvedimento: «Non contestiamo il progetto - ha detto Corsi - Ma il fatto che non ha rispettato l'iter burocratico: questa a tutti gli effetti è una struttura abusiva».
Un portavoce del Casilino 900: mai voluta casetta di legno. «La casetta di legno è il primo disagio alla quiete pubblica sia all'interno sia all'esterno del campo». Lo ha detto un portavoce del Casilino 900, Esad Licina. «La casetta è entrata abusivamente tramite un rappresentante finto del Casilino 900 e noi non la vogliamo - ha aggiunto Licina - Abbiamo vissuto per 40 anni nelle baracche, ora vogliamo case prefabbricate in cemento armato e non sperimentazioni di giovani architetti».
Zingaretti: a Roma destra drogata di paura. «La destra a Roma è drogata di paura, non può più farne a meno e, paradossalmente, non può permettersi il lusso di risolvere i problemi, perchè verrebbe meno l'identificazione della paura che spinge i cittadini a votarla». Lo ha detto il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, durante il suo intervento al convegno Pd, non fermiamoci adesso.
Secondo Zingaretti, che è anche segretario regionale del Pd del Lazio «la percezione di paura è stata, per la destra, un'opportunità per vincere e un disastro per governare». Zingaretti, parlando alla platea, ha ricordato che per vincere la percezione di insicurezza dei cittadini bisogna aggredirla su due fronti: «Attraverso l'ordine pubblico, da una parte, e dall'altra attivando politiche sociali che sostengano le famiglie che vivono una condizione disagiata e che, per questo, non si sentono sicure».
Alemanno: Zingaretti strumentalizza. «È comprensibile che il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, parlando ad un convegno di partito, rilasci dichiarazioni con l'unico scopo di strappare qualche applauso alla platea. Vorrei però ricordargli che domani, in prefettura, firmeremo il nuovo Patto per Roma sicura».
Lo afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «Se quindi Zingaretti - aggiunge - condivide con me gli obiettivi e le soluzioni che abbiamo elaborato insieme per il contrasto alla criminalità, vorrei capire perché accusa la destra di non voler risolvere i problemi della sicurezza e di essere drogatà di paura. Se il presidente della Provincia crede in quello che firmerà domani, allora le sue dichiarazioni sono solo strumentali e - conclude il sindaco - vanno nella direzione opposta del dialogo che lui stesso, a parole, dice di voler sostenere». Il Messaggero.it, partecipa al dibattito…
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