«Nell’opera di censimento che andremo a effettuare non prenderemo impronte ai bambini, dico questo al di là di quelle che sono le polemiche politiche. E´ chiaro poi che dove ci sono dei delinquenti vanno mandati via, applicando le stesse leggi che utilizziamo con tutti, stranieri ed italiani»: il prefetto di Roma Carlo Mosca, è perentorio sulla questione delle impronte da prendere a bambini Rom avanzata nei giorni scorsi dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, e spiega a chiare lettere il suo programma durante la lezione dal titolo «I cittadini e il Prefetto» che ha tenuto ieri mattina all’università Roma Tre.
Il Ministro Maroni è furibondo e il suo ufficio stampa afferma immediatamente che la decisione di utilizzare il rilievo delle impronte anche per i bambini è basato su una normativa europea che però non risulta esistente secondo il portavoce della Commissione Ue.
Il prefetto Mosca ha spiegato qual è la direzione che vuole seguire: «Il lavoro che intendo portare avanti come Commissario straordinario per i nomadi prevede uno studio attento e qualificato della situazione dei senza territorio presenti in città che va dalla presa di contatto con i rappresentanti delle comunità rom al dialogo con le associazioni che ci sono nei singoli territori. Lavoriamo ad un censimento che verrà fatto dalla Croce Rossa Italiana, che partirà dagli insediamenti illegali, e ci consentirà non solo di avere una stima della popolazione di questi campi ma anche un profilo sociale, sanitario e delle necessità della loro popolazione. La Croce Rossa lavorerà anche per vedere se c´è qualcuno che desidera spostarsi in situazioni di edilizia residenziale».Poi Mosca ha parlato della sua delega sui rom ed ha sottolineato che: «il ruolo di Commissario non è di pubblica sicurezza, c´è un´ordinanza che stabilisce i compiti per questa carica. Il nostro lavoro è il riconoscimento di una realtà di una minoranza che non è mai stata riconosciuta».
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