Quel fermo non va convalidato. Il Gip di Verona, Giorgio Piziali, ha rigettato la richiesta di convalida del fermo di quattro degli otto rom arrestati lunedì dalla polizia con l'accusa di aver costretto i figli a compiere furti in abitazioni.
«Il delicato istituto» del fermo è stato «piegato ad altri fini» che «sono tutti gravemente lesivi delle regole, anche costituzionali, che presiedono la libertà personale» scrive nella sua ordinanza il Gip. E spiega le ragioni della sua decisione. Intanto gli arrestati non avrebbero avuto «una reale e concreta volontà di allontanarsi dal territorio nazionale». Anzi, volevano rimanervi anche se nell'illegalità.
Gli indagati, continua il magistrato, «potevano aver avuto notizia» delle indagini ai primi di maggio e per loro «la mobilità in uscita, ma anche in entrata dalla Croazia all'Italia era del tutto ordinaria e non sintomatica di alcuna volontà di fuga».
Il provvedimento di fermo era motivato anche dall'accusa di violenze fisiche e minacce sessuali rivolte ai bambini Rom nel caso in cui non fossero tornati con la refurtiva, evidenziate dalle intercettazioni della polizia. Per il Gip si tratterebbe solo di «mere espressioni linguistiche rudi e volgari», di imprecazioni, alle quali non si può dire, stando ai risultati delle indagini, se seguissero «condotte corrispondenti».
Plaude al provvedimento il difensore dei rom, avvocato Luciano Bason per il quale «c'è stata una strumentalizzazione politica» nella vicenda che sarebbe stata evidenziata grazie anche alla mancata convalida del fermo da parte del Gip di Verona. Provvedimento che l'avvocato giudica perfetto perché «chiarisce bene che il fermo può essere utilizzato solo in casi eccezionali, quando c'è un concreto e reale pericolo di fuga che, invece, in questa caso, non c'era». Quindi lamenta «un'operazione di spogliazione di diritti sacrosanti» dei suoi assistiti.
«Questa vicenda - ha aggiunto Bason - è calata in un discorso e in un momento politico nel quale si vuole dare addosso agli zingari. C'è un senso di paura e lo si sta alimentando catalizzando l'attenzione sulla necessità di difendere i beni e sugli zingari che li minaccerebbero».Opposto il giudizio del Procuratore di Verona, Guido Papalia. «Sono valutazioni soggettive del Gip - ha commentato -. Le valuteremo bene e decideremo se impugnare o meno il provvedimento». «I provvedimenti di fermo - ha concluso - erano imposti dagli atti processuali, dai quali emerge con estrema chiarezza il pericolo di fuga».
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