
E ci sarebbe da vergognarsi, a fare questa figura in Europa, non fosse che quel voto è l’esito, oltre che del lavoro di eurodeputati della sinistra e verdi, anche del clima italiano. Che sta cambiando. In decine di città si organizzano le raccolte volontarie di impronte, la Cgil ha incitato i funzionari pubblici all’obiezione e – se è permesso dirlo – l’enorme successo della nostra «maglietta clandestina», nonché la disobbedienza del prefetto di Roma, le proteste delle comunità ebraiche e di ambienti cattolici, tutto questo e altro ancora ha posto un limite ad un tipo di impunità assai più pericolosa di quella contro cui si è protestato – giustamente – in Piazza Navona.
Dalla formazione del governo, ministri e boss della destra hanno detto enormità razziste, cercando trasformarle in leggi: impunemente, appunto, senza che dalla cosiddetta opposizione politica, il Pd, venisse quasi alcun segnale di dissenso.
Tutti ad adorare il feticcio della «sicurezza». Piano piano, però, gli anticorpi hanno ripreso a circolare. In una parola, è la società civile ad aver cominciato a schiarire l’aria. E’ così che si spiega la copertina del nuovo numero di Carta: una impronta digitale gigante con una freccia e l’indicazione «voi siete qui», come una mappa stradale da incubo. Quella copertina l’avevamo già fatta, identica, nel giugno 2002, quando si discuteva la legge Bossi-Fini e il solito razzista-leghista propose di prendere le impronte a tutti i migranti. Vogliamo dire: non solo i razzisti hanno la testa dura. di Pierluigi Sullo
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