mercoledì 13 agosto 2008

Famiglia Cristiana respinge le accuse di 'cattocomunismo'

Famiglia Cristiana respinge le accuse di 'cattocomunismo' piovute sul settimanale paolino all'indomani di un nuovo editoriale che contesta la linea scelta dal governo Berlusconi sulla sicurezza. “E' l'accusa di chi non ha argomenti. Non c'è una linea politica, abbiamo sempre affrontato i problemi del Paese e più che essere insultati e tacciati come cattocomunisti ci aspettavamo risposte concrete ai problemi da noi sollevati”, replica il condirettore del settimanale cattolico, don Giusto Truglia, negando.
Sono anni che scriviamo queste cose - dice Truglia - siamo attenti ai problemi della gente e al bene comune. Quando il governo fa male, fa male. Non è questione di linea politica, ma di coerenza. Lo abbiamo sempre fatto e quando ce la prendevamo con il centrosinistra, i parlamentari che adesso si stracciano le vesti lodavano Famiglia Cristiana".
Don Truglia non risparmia dunque “quei parlamentari che parlano solo per sentito dire, anzichè rispondere nel merito e fanno accuse di cattocomunismo, dribblando i problemi e non stando il tema”. “Preferisco Alemanno che ha dato una risposta intelligente, dicendo di prendere in considerazione le nostre critiche, piuttosto che gli altri parlamentari che rispondono accusandoci di essere socialisti. Sono affermazioni gratuite e che non rispondono ai problemi reali”.
Nell'editoriale di questa settimana, Famiglia Cristiana è tornata ad attaccare il governo, questa volta sui temi della sicurezza. “Viviamo in un 'Paese da marciapiede', che offre segni di disagio in abbondanza - si legge - ma che la politica nasconde, sviando l'attenzione con le immagini del 'presidente spazzino', l'inutile 'gioco dei soldatini' nelle città, i finti problemi della sicurezza”. Ma l'editoriale sulla sicurezza è solo l'ultima offensiva del settimanale paolino, cominciata lo scorso 23 giugno, quando venne criticata “l'ossessione personale” del Cavaliere “per i magistrati” che “ha il sopravvento sui problemi del Paese”. Poi toccò “all'indecente proposta di Maroni” che voleva prendere le impronte ai bambini rom. Il 7 luglio, il settimanale diretto da don Antonio Sciortino invitò a “un nuovo patto per l'Italia” con l'appello “all'unità nazionale”. Il 14 luglio 'Famiglia Cristiana' condannò il “sentimento diffuso, a destra e a sinistra, che vuole mettere a tacere la Chiesa”. A cento giorni dall'elezione, infine, il settimanale cattolico bollò il Governo di “politica miope e lontana da problemi gente”.

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