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«La sfida principale – dice Andrea Affronti, uno dei volontari – è farli socializzare fra loro. Al di là di ogni diversità religiosa e culturale. Appianare i litigi che possono sorgere a favore di un momento di gioia e condivisione dedicato al gioco e allo svago di cui questi bambini hanno bisogno».
Una maratona senza sosta dalle nove del mattino fino a ora di pranzo per poi riprendere il pomeriggio con uno spettacolo di magia direttamente al campo. «Non c´è più la scuola – dice Mirsad di nove anni – E io voglio andare mare, c´è troppo caldo. Non mi porto niente tanto devo giocare e fare il bagno con i miei emici. Ci vorrei andare più spesso, perché poi tutto finisce e io devo ricominciare a studiare». Accanto a lui Bajiram in trepidazione: «Quando si parte? – chiede – Sono sveglio dalle sei di stamattina e gli altri ancora perdono tempo». La prima sfida è radunare il gruppo per partire alla volta della spiaggia di Vergine Maria. Dal campo nomadi ai due autobus Amat messi a disposizione dal Comune, l´appello dei partecipanti alla gita al mare si ripete più e più volte al megafono. I bambini non sono interessati alle faccende burocratiche e chiedono ripetutamente: «Posso venire anche io a mare, vero? Scrivi il mio nome per favore. Ti prego». C´è spazio per tutti dopo l´autorizzazione dei genitori che raccomandano ai volontari di non perderli di vista un attimo. Continua a leggere...
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