giovedì 31 luglio 2008

Ma che fine ha fatto il ministro Carfagna?

Questa domanda siamo in molti a porcela. Il neo ministro per le pari opportunità in due mesi e mezzo è stata completamente assente sulla questione sinta e rom e non solo. Mentre tutto il mondo ci tacciava di razzismo, la ministra ha determinato una svolta evidente nella politica sulle pari opportunità: in Italia solo le donne e le bambine subiscono discriminazioni. Tant’è che la stessa presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia, Alessandra Mussolini, ha affermato nei giorni scorsi: «aboliamo le pari opportunità serve un dicastero per l'infanzia». Secondo la Mussolini il ministro «Si occupa di infanzia femminile e solo di una parte della pedopornografia».
Sembra quindi che nei prossimi anni le azioni a favore delle pari opportunità in Italia saranno attuate solo a favore delle donne. La lotta contro le discriminazioni razziali sembrano infatti accantonate da questo governo. Ne è prova la nomina del ministro Carfagna di Isabella Rauti (moglie di Alemanno e figlia di Pino Rauti) a capo del Dipartimento per le Pari Opportunità. La Rauti da diversi anni è impegnata nella lotta alle discriminazioni che colpiscono le donne.
A completare il quadro già abbastanza nebuoloso sembra che sia in odore di nomina sempre ai vertici dell’Unar Maria Rosa Dominici. La Dominici è un’attiva sostenitrice di uno spazio web tra i più violenti contro le popolazioni rom e sinte: troviamo i bambini. Questo spazio web è uno dei principali responsabili dell’isteria che ha colpito il nostro Paese sui cosiddetti rapimenti di bambini da parte di Rom e Sinti e dove tra l’altro sono sistematicamente cancellati tutti i nostri interventi.
Noi di sucardrom scriveremo nei prossimi giorni una lettera al Ministro per chiedere un incontro dove ribadire le nostre proposte, a partire dal rendere l’Unar indipendente dal Governo, come succede in tutti i Paesi europei. Inoltre, chiederemo al Ministro che sia istituita una task force, composta da Sinti e Rom, che possa rilevare le più evidenti discriminazioni subite dalle minoranze rom e sinte.

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