lunedì 15 settembre 2008

Bussolengo (VR), chiediamo giustizia

I fatti di Bussolengo (VR) ci hanno sconvolto. I racconti dei componenti delle famiglie Campos e Rossetto, poi diventati denunce, hanno traumatizzato tutta sucardrom e non solo. Questi racconti precisi e puntuali che potete leggere in questo spazio web hanno dell’incredibile ma non certo dell’inverosimile. Troppi i dettagli, le frasi, il dolore che traspare in ogni racconto/denuncia di un pomeriggio di orrore in terra veronese.
Oggi sappiamo che il Comando provinciale dei Carabinieri, dopo la nostra lettera esposto, ha promosso un indagine interna. La stessa Questura di Verona, che ha raccolto le denunce, ha inviato un dossier al Ministero dell’Interno. Rimane silente, al contrario la Magistratura. Un silenzio colpevole e imbarazzante che vede tre persone in carcere da dieci giorni. Tre persone colpevoli di aver cercato di far rispettare i propri diritti di Cittadini italiani e che sono stati per questo travolti da una furia cieca e razzista.
Razzismo. E’ di questo che parliamo. Perché è inverosimile che un Comune italiano abbia un’ordinanza che vieti la sosta a chi è riconosciuto “nomade”. Ed è ancor più inverosimile che appartenenti ad un’istituzione, l’Arma dei Carabinieri, preposta alla difesa dei diritti dei Cittadini, si siano macchiati di tali orrendi crimini. Parliamo di tortura, proprio qui in Italia.
I fatti sono semplici. Tre famiglie si fermano in un parcheggio pubblico, quello utilizzato dalle famiglie dello spettacolo viaggiante. I Vigili arrivano e ordinano l’immediato sgombero, si rendono conto che queste famiglie stanno mangiando e sembra che lascino loro tre ore. E’ da verificare se non siano stati gli stessi Vigili a far intervenire i Carabinieri.
Arrivano i carabinieri e mentre le famiglie stanno mangiando, ordinano l’immediato sgombero, senza se e senza ma. Le famiglie hanno protestato e da quel momento succede l’inimmaginabile. I Carabinieri affermano di essere stati affrontati ma è indiscutibile che nessun componente delle tre famiglie rom ha alzato un dito.
Al contrario le denunce ma soprattutto i referti dell’Ospedale di Desenzano del Garda indicano che i Carabinieri hanno perso la testa, picchiando senza pietà anche un bambino. Sei persone finiscono all’Ospedale e tre vengono arrestate. Le tre persone arrestate camminavano con difficoltà il giorno dopo alla prima udienza del processo per resistenza a pubblico ufficiale. Sono state picchiate prima, insieme ai famigliari, e pure dopo nella notte prima del processo, in quella Caserma della vergogna che è a Bussolengo.

Quella caserma si è trasformata in un mattatoio, dove la pratica della tortura, dell’umiliazione e della bieca violenza ha scioccato oltre che noi tantissimi italiani. Ma non ha scioccato o ingenerato un dubbio nel Pubblico ministero che non ha aperto nessuna indagine, nessuna intercettazione, nessuna perquisizione. Nulla, ha solo tenuto in carcere tre persone, tra cui la mamma e il papà del bambino di undici anni picchiato tanto da fargli cadere due denti.
Nel Paese delle intercettazioni, delle perquisizioni selvagge nei “campi nomadi”, ultimo in ordine di tempo quello al Casilino 900, in questo caso niente. Silenzio assoluto. Pensate dieci giorni in cui c’era tutto il tempo per inquinare le prove che potevano esserci. Come quei telefonini usati di militi per immortalare le violenze. Niente, proprio niente.
In un primo momento avevamo pubblicato la notizia che anche questo bambino era stato torturato con la pratica dell’annegamento ma per fortuna è stato risparmiato, al contrario dei fratelli. Ma cos’è la tortura dell’annegamento? Una pratica antica, utilizzata soprattutto contro le “streghe” nel medio evo. In pratica si tiene a forza sott’acqua la testa della persona, dandogli l’impressione di volerla annegare. Tutto ciò è durato tanti, tantissimi minuti in quelle celle della Caserma della vergogna. Non meno raccapricciante il voler “graffettare” la lingua di Paolo Campos. Hanno cercato di inchiodargli la lingua con una pinzatrice per documenti, certo perché non parlasse. Tra l’altro non c’entrava nulla con quanto poi repertato dai carabinieri, ignaro è arrivato quando tutto era finito ma era colpevole di essere un Campos, di essere un Rom italiano, di essere un “nomade”.
In questo mare di desolazione e di terrore c’è il conforto per l’azione del Comandante provinciale dei Carabinieri, del Questore ma anche di quei Cittadini, di quegli organi d’informazione e di quelle forze politiche che si sono indignate e hanno dimostrato la loro indignazione verso lo Stato italiano, il nostro Paese, e la loro solidarietà alle famiglie coinvolte.
Rimane assordante il silenzio del Partito della Libertà, del Partito Democratico, dei vari Beppe Grillo, dei maggiori quotidiani e dei telegiornali nazionali, ma ancora più assordante e drammatico è il silenzio della Procura della repubblica di Verona.
I Carabinieri di Bussolengo che si sono macchiati delle violenze, delle umiliazioni e delle torture, come anche la Procura della repubblica di Verona non pensino che questa triste vicenda si possa concludere come quanto successo quindici anni fa nel padovano. Il 23 settembre del 1993 Tarzan Sulic, bambino Rom Khorakhanè di undici anni, fu freddato nella caserma di Ponte di Brenta con un colpo di arma da fuoco sparato da un milite mentre lo stesso bambino, secondo la versione ufficiale, tentava di sottrargli la pistola dalla fondina. La cuginetta Mira Djuric, di 13 anni, cercò inutilmente di spiegare che Tarzan era fermo, seduto sul letto. Non fu ascoltata, in fondo era solo una piccola “zingara”.
Quella ferita rimane ancora aperta nei nostri cuori e non permetteremo oggi che i colpevoli di quanto successo a Bussolengo possano ancora vestire la divisa portata con eroismo da Salvo D’Acquisto. di Carlo Berini

4 commenti:

Maggie C. ha detto...

Ciao, vi ho inserito nella lista dei link del mio blog.
sto leggendo tra l'altro il libro di aforismi di Romanes Alxandre, quello del circo, lo conoscete?
ciao

u velto ha detto...

ciao Maggie C., il tuo blog è molto intelligente e lo inseriremo nelle nostre liste. nessuno di sucardrom ha letto il libro di Romanes Alxandre ma ci rifaremo...

Anonimo ha detto...

Carlo mi sono permesso di citarti ... http://noblogo.livejournal.com/58918.html

Anonimo ha detto...

ciao Noblogo, mi è piaciuto molto il tuo post. da bambino ho conosciuto Salvo D'Aquisto attraverso un fumetto e da quel momento l'immagine dell'Arma è per me legata indissolubilmente alla difesa dei più deboli.