sabato 20 settembre 2008

Deprez: "non ci sono parole per descrivere quello che ho visto: una situazione che insulta la dignità umana"

Se le finalità del censimento dei Sinti e dei Rom sono state di tipo sociale, “a due mesi dalla decretata situazione di emergenza non sono state prese decisioni per migliorare le condizioni di vita della popolazione Rom”.
Sono queste le conclusioni della missione di due giorni a Roma della delegazione della Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo (Libe), riferite dal presidente Gerard Deprez (in foto).
Il capo della delegazione di Strasburgo ha tenuto subito a precisare in conferenza stampa che “benché non fosse lo scopo della visita, tutte le organizzazioni non governative delle associazioni incontrate hanno sottolineato che negli ultimi mesi in Italia il clima nei confronti degli stranieri è diventato particolarmente teso”.
Riguardo agli incontri istituzionali della mattina con il Garante della Privacy, Francesco Pizzetti, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il ministro dell'Interno, Roberto Maroni (accompagnato da quello per le Politiche europee, Andrea Ronchi), Deprez ha riferito come “tutti abbiano riconosciuto che nella prima fase del censimento sono state adottate modalità definite 'infelici' o 'inammissibili'”. E tutte le parti istituzionali hanno evidenziato come “fin dalla pubblicazione delle linee guida del 17 luglio le cose si siano svolte in modo diverso”. E' rimasta invece alla delegazione la perplessità riguardo all'eventuale “utilizzazione in altri ambiti dei dati raccolti prima delle linee guida, anche se gli interlocutori politici hanno assicurato che "le informazioni non sono state conservate”.
Far conoscere le iniziative che il Governo italiano ha assunto sull'emergenza “campi nomadi” e quelle di contrasto all'immigrazione clandestina. Questo lo scopo dell'incontro di ieri tra il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che, insieme al ministro delle Politiche Europee, Andrea Ronchi, ha ricevuto una delegazione della Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE) del Parlamento europeo, allargata ad altri rappresentanti comunitari.

Nel corso dell'incontro è stato illustrato al presidente della Commissione, Gerard Deprez, e agli altri parlamentari Ue il rapporto consegnato al vicepresidente della Commissione europea, Jacques Barrot. Nel corso della riunione, inoltre, è stata ribadita la collaborazione tra il Governo italiano e la Commissione europea in materia di sicurezza, con particolare riferimento al pacchetto sicurezza recentemente adottato.
"Non ci sono parole per descrivere quello che ho visto: una situazione che insulta la dignità umana" ha detto Deprez, definisce le condizioni nel campo nomadi Casilino 900 di Roma, che questo pomeriggio ha visitato insieme ad una delegazione di europarlamentari tra cui anche 13 italiani. Sotto una fitta pioggia i deputati europei hanno visitato le baracche alla periferia della Capitale in cui vivono oltre 600 persone.
Anche il vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini ha visitato i “campi nomadi” di Roma con la delegazione della Commissione Liberta' civili, giustizia e affari interni dell'Europarlamento (Libe) in missione in Italia. Dopo lo scontro tra la parlamentare verde olandese Degroen e i senatori Pdl, prende sempre più corpo una differente visione tra Parlamento europeo e governo italiano.
“Come Parlamento stiamo cercando di tenere fede ai Trattati costitutivi dell'Ue - ha detto al Tg Europarliament dell'ANSA Luisa Morgantini - che prevedono la non discriminazione dei diversi gruppi etnici. E' vero che il governo italiano ha corretto il tiro. Adesso sta procedendo all'identificazione nei campi rom, ma senza rilevare le impronte digitali. Io credo comunque che il problema principale dei rom, alcuni dei quali sono qui da anni, è che non hanno nessuna identità, nessuna cittadinanza. E' quindi utile fare dei censimenti”.
“Ci sono questioni che vanno risolte anche all'interno dei campi nomadi (l'accattonaggio, la violenza sui bambini) ma non con provvedimenti che rafforzano l'esclusione ma attraverso forniture di programmi che possano dare la cittadinanza”.
Alemanno ha dichiarato “Il Casilino 900 è per noi il primo campo da chiudere. Attendiamo che il commissario di governo, prefetto Mosca, completi il censimento dei campi nomadi mentre si stanno individuando le alternative a questo e ad altri campi che dovranno essere sgombrati”.
“Non appena l'attività ricognitiva del Commissario sarà terminata, questa deve essere per tutta l'Amministrazione la priorità assoluta”, aggiunge Alemanno.
“Oggi Maroni ci ha garantito che al termine del censimento della Comunità nomade si aprirà un tavolo in cui verranno definiti i termini per riorganizzare i campi e dotarli di luce e servizi”. Lo ha detto l'euro deputato della Lega, Mario Borghezio, parlando a margine della visita al “campo nomadi” Casilino 900 a Roma. Per l'esponente leghista la situazione del Casilino 900 “è da considerarsi da quarto mondo. Ho parlato con gli abitanti - ha affermato - C'è molta gente per bene che si è rimboccata le maniche e lavora”. Borghezio, al quale gli abitanti del “campo” hanno offerto anche un caffè, si è detto convinto che '”se qui si passasse dalle baracche alle case diventerebbe un vero gioiello, con tanto verde intorno”.
“Questo campo è adatto solo ad allevare i topi”. Lo ha affermato l'eurodeputato Vittorio Agnoletto parlando a margine della visita effettuata nel “campo” rom di Casilino 900. Agnoletto ha proseguito affermando che le condizioni in cui sono costretti a vivere tanti Rom e Sinti in Italia sono “inaccettabili”. “Il governo italiano - ha proseguito Agnoletto - ha stanziato tantissimi soldi per effettuare un censimento della comunità nomade ma non ha stanziato nulla per le emergenze sociali”.
Sono 2.700 le persone fino ad oggi censite dal personale della Croce Rossa italiana nell'ambito del censimento dei Sinti e dei Rom di Roma, scattata circa due mesi fa. Gli operatori della Cri hanno operato in 35 campi, tutti abusivi. Seicento i nuclei famigliari identificati, 1.270 i minori censiti. Il personale della Croce Rossa, inoltre, sta analizzando anche il livello di scolarizzazione e le vaccinazioni.
“Per il primo aspetto restiamo su cifre molto basse - spiega il presidente provinciale della Cri, Fernando Capuano -. Nei campi fino ad ora censiti non più del 50% dei minori ha preso parte ai programmi di scolarizzazione. Anche dal punto di vista delle vaccinazioni il dato non è incoraggiante: sono molti, infatti, i minori che non hanno effettuato alcun tipo di vaccino”.
Nei giorni scorsi la Cri ha concluso il censimento al campo Casilino 900, uno degli insediamenti più grandi d'Europa. La prossima settimana si inizierà con in “campi regolari”, a cominciare da quello di via di Salone e Tor De Cenci. “Stiamo lavorando in massima tranquillità - spiega Capuano -. La percentuale di chi si è rifiutato di farsi censire non supera l'1%: solo nell'insediamento di via dei Quintiliani c'è stato un rifiuto di massa al censimento da parte di una comunità di Sinti giostrai, ma si è trattato di una iniziativa simbolica”.
In base ai dati raccolti fino ad oggi la etnografia delle comunità rom e sinte capitoline è per grandi linee confermata, rispetto agli anni scorsi. Sul territorio sono presenti per lo più comunità di rom romeni, montenegrini e dell'ex Jugoslavia.
La Croce Rossa, che nell'operazione è impegnata con circa 100 operatori, sta distribuendo ai censiti una tessera sanitaria che prevede una foto di riconoscimento, i dati identificativi del soggetto ed informazioni di carattere sanitario, come ad esempio eventuali patologie o vaccini effettuati.
“Nei prossimi giorni avremo un incontro all'Istituto superiore di sanità - spiega Capuano - perché abbiamo intenzione di effettuare una campagna di vaccinazione”. Secondo i dirigenti della Cri i tempi del censimento verranno rispettati. “Tutti dati raccolti verranno consegnati al commissario Mosca entro il 13 ottobre”, assicura il direttore provinciale.

Nessun commento: