Ricardo Quaresma, 24 anni, è da da alcuni giorni a tutti gli effetti un giocatore dell’Inter. Adora i gioielli, soprattutto orecchini e anelli di brillanti, e ne ha per tutti i gusti. Colleziona orologi di marchi esclusivi, è pazzo per le macchine di grande cilindrata: Mercedes, Audi, Bmw, Porsche e Ferrari e vanta una “scuderia” di almeno dieci bolidi. Suo padre è di etnia gitana, mentre la madre è nata in Angola. Ricardo va fiero delle sue origini e non perde occasione per ricordarle. Legatissimo alla famiglia, non spreca tempo con fidanzate o conquiste amorose, il gossip non fa per lui.
A mettergli il nomignolo Mustang, cavallo di razza messicana, fu il tecnico Lazlo Boloni nel 2002, allorché allenava lo Sporting Lisbona. Appunto perché vedeva in lui, a 18 anni, un purosangue giovane e ribelle. È detto anche Harry Potter perché è un giovane mago sul campo. La sua carriera cominciò a 16 anni nella squadra riserve dello Sporting Lisbona, dove passò in prima squadra nella stagione 2001-2002. In quella stagione giocò 28 partite e segnò 3 gol vincendo il campionato.
Il debutto di Quaresma in Superliga nello Sporting Lisbona fu contro il Porto. Nella stagione 2002-2003 fu il secondo giocatore più impegnato nello Sporting Lisbona: 31 partite giocate per un totale di 2216 minuti e 5 gol realizzati.
Nell’estate del 2003 Quaresma fu venduto al Barcellona per 6.000.000 di euro più Fábio Rochemback. Durante la stagione giocò 10 partite da titolare, subentrò in altre 11 e mise a segno un solo gol.
Durante l’Europeo 2004 annunciò di non voler più giocare nel Barcellona finché ci fosse stato Frank Rijkaard come allenatore e alcune squadre cominciarono a cercarlo. Alla fine fu il club rivale dello Sporting, il Porto, a prenderlo: Queresma andò a Oporto come parte del saldo per il trasferimento di Deco a Barcellona.
La partenza fu ottima: andò in gol nella Supercoppa europea, persa contro il Valencia, e segnò l’unica rete nel successo del Porto contro il Benfica nella Supercoppa di Portogallo. Segnò 5 gol in 32 partite di campionato e fu sempre presente nelle partite di Champions League disputate dal Porto, che raggiunse gli ottavi. Alla fine della stagione giunse secondo in campionato alle spalle del Benfica di Giovanni Trapattoni. Nella stagione 2005-2006 vinse il campionato e si rivelò il miglior uomo-assist del torneo. Ripeté il successo in campionato nel 2006-2007 e nel 2007-2008.
Il suo gesto tecnico piu famoso è la “trivela”, un tiro-cross calciato con la parte esterna del piede, che imprime alla palla una traiettoria del tutto imprevedibile. Quaresma lo applica spesso dopo aver effettuato un dribbling a rientrare, nascondendo il pallone all’avversario, o addirittura rilasciando la botta di prima su passaggio di un compagno. Sia in corsa, che dal posto. Quaresma riesce a liberare tutta la potenza del gambone. Alza moltissimo l’arto, fino a portarlo quasi ad angolo retto con l’addome per imprimere il massimo della forza; la palla non finisce in tribuna perché la forza è calibrata dal piede, completamente piegato verso l’interno, che tocca il pallone con l’esterno ma nella posizione in cui di solito colpisce il collo destro. Non è una completa invenzione. Prima di Quaresma, il serbo Drulovic, nel Benfica e proprio al Porto, spesso utilizzava un colpo simile per servire assist. E ancora prima, uno dei quattro mitici numeri 10 del Brasile 1970, Roberto Rivelino, esplodeva una giocata accomunabile.
2 commenti:
Bravo! Spero che Ricardo sia di esempio a molti Rom e Sinti (anche non famosi) che ancora non sono fieri di appartenere alla propria comunità!
p.s. che poi non so se sono "molti"... spero di no!
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